Principale Ambiente, Natura & Salute Petrolio: Fossa Bradanica

Petrolio: Fossa Bradanica

Le prime notizie di cui siamo in possesso sulle ricerche petrolifere nell’Italia Meridionale, nel periodo del secondo dopo guerra, risalgono al 28 marzo 1949, allorquando il Ministero dell’Industria comunica ai Prefetti di Potenza, Matera e Taranto che la Società Ricerche Petrolifere Meridionali (R.P.M.) con sede in Roma si accingeva a svolgere una vasta ed intensa attività mineraria diretta alla ricerca ed alla coltivazione dei giacimenti di idrocarburi nell’Italia Centro Meridionale. In relazione a tale programma, la Società R.P.M. aveva manifestato, al Ministero, l’intenzione d’iniziare la prospezione geologica e la esecuzione di rilievi geosismici nella zona meridionale interessante le provincie di Potenza, Matera e Taranto. L’attività di prospezione mirava a raccogliere elementi per la identificazione delle strutture favorevoli agli adunamenti di idrocarburi e pertanto la Società R.P.M. aveva necessità, per effettuare tali indagini ad accedere in terreni di proprietà privata, con una squadra opportunamente attrezzata e pertanto informava i Prefetti, sopramenzionati, di fornire la necessaria assistenza al fine di agevolare lo svolgimento delle attività di rilievo.

Il 15 giugno 1951, iniziano i rilevamenti sismici della Fossa Bradanica, eseguiti dalla Compagnia Générale di Géophysique(C.G.G.) di Parigi, per conto dell’AGIP. La campagna di rilevamenti geofisici, con il metodo a riflessione aveva lo scopo di individuare delle strutture sepolte per la ricerca di idrocarburi. Siamo informati di tale circostanza perchè i dirigenti AGIP reclamarono presso il Prefetto di Potenza in quanto il Capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale aveva mosso delle obiezioni, ai tecnici della C.G.G. di Parigi, per l’esecuzione dei pozzetti di scoppio realizzati ai margini stradali. Gli argomenti usati da questi dirigenti per ottenere ciò che interessava per l’interesse aziendale, sono temi economici legati alla grande importanza delle ricerche per aprire vasti orizzonti per l’economia della Basilicata. Si metteva in risalto anche la necessità di non fermare le attività della squadra che eseguiva i rilievi neppure per un giorno. Siamo in epoca Mattei, all’AGIP e, i dirigenti, incarnano la sua spregiudicatezza anche perchè costoro sono stati selezionati da egli stesso per svolgere al meglio le loro mansioni. L’AGIP non si fermava davanti alle difficoltà, anzi le doveva sempre superare con ogni mezzo. In questa circostanza si verifica che il Prefetto richiama nel suo ufficio per impartire i comandi di comportamento e così l’ingegnere Gennaro Laurini, scrive all’AGIP:…si assicura codesta Azienda che il personale periferico non avrebbe mossa alcuna obiezione ai tecnici della squadra per l’esecuzione dei pozzetti di scoppio ai margini stradali se questo ufficio in seguito a semplice segnalazione di codesta Azienda avesse potuto informarli tempestivamente. Erano i tempi di Mattei “Il Temerario”.

(1) ASP Affari Amministrativi 1913-1932 busta n. 119

(2) ASP Affari Amministrativi 1913-1932 busta n. 119

Vincenzo Petrocelli

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