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Stato inconciliabile

Già da qualche tempo avevamo dubitato del binomio politico Di Maio/Salvini. Ora ci siamo resi conto che il nostro non era solo pessimismo. Dietro l’Esecutivo di Centro/Destra c’era un sistema che doveva essere riconsiderato. Insomma, parallelamente a un’Italia che cercava d’uscire dallo stallo, esisteva un Paese dell’incoerenza.

Con la premessa che l’onestà non può essere identificata su un unico fronte, le ingerenze politiche, si faranno ancora sentire. Il Bel Paese è rimasto “indietro”. Gli italiani avranno parte di responsabilità; ma è la loro rappresentatività politica che dovrebbe essere messa maggiormente in chiaro. Ora c’è un Potere Esecutivo “nuovo”nel senso più ampio del termine. Intanto, il Paese continua a vivere una crisi economica atavica. Dopo tanto vociare, ci sono ancora interrogativi ai quali non si è risposto. Troppe prese di posizione che non hanno portato a nulla.

Dall’estero, credono meno in una nostra prossima ripresa. I giudizi benevoli non rinfrancano più nessuno. Vendere “fumo” resta un merito innegabile del nostro sistema che tutti vorrebbero cambiare, ma senza prospettive per riuscirci. Ogni Esecutivo manifesta buoni propositi che, col tempo, non possono essere mantenuti. Il carrozzone della politica nazionale è obsoleto. Cambiarlo sarà difficile anche per quest’Alleanza di Centro/Sinistra. Ci vorrebbe una maggiore attenzione nello scacchiere parlamentare. Ovviamente, con idee chiare da dibattere in sede legislativa. Il futuro del nostro Paese dipenderà dalle riforme istituzionali. L’unità della Penisola, a nostro avviso, è ben più complessa delle capacità operative dei Governi che si succederanno.

Giorgio Brignola

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