il vecchio vicepresidente della Roma Antonio Landolfi sarebbe felice oggi di vedere i colori della Roma prepararsi a svettare su Palazzo Chigi e avrebbe comprato un buon allenatore , paziente per la sua squadra di giocatori individualisti e un po’ troppo fantasisti per tentare di farne una vera squadra protesa alla vittoria Giallo Rossa e Azzurra, giocando in questo caso i giallorossi per la nazionale e non solo per i loro Club.
Qualche riflessione utile a tal fine viene per l’appunto da un editoriale del Messaggero, che ripropongo come stimolo alla riflessione di queste ore
https://www.ilmessaggero.it/
Riflessione che dovrebbe essere protesa a focalizzare le criticità anche gravi del momento e a individuare le linee strategiche di uscita dalla crisi per riportare il Paese e gli Italiani a poter primeggiare in Europa e nel Mondo come sempre.
Battute calcistiche a parte, un Programma di Governo a parte i vecchi contratti e i 15 punti dovrebbe mirare come propose il vicepresidente della Roma suddetto, a ristabilire EFFICENZA E SOLIDARIETÀ CON EQUITÀ e aggiungerei io oggi, una Giustizia reale che non si faccia prendere in giro dai soldi e dalle amicizie come recita un detto popolare molto applicato, come Palamara docet.
Come CIRCOLO DEL PSE IT ho chiesto a Nino Galloni un breve contributo per il superamento di questa fase critica per l’Italia che propongo al dibattito in corso.
Scrive Galloni:
“Ma ciò che forse preme sottolineare è che qualunque cosa accada nel Parlamento italiano, il destino economico di tutta l’Europa è vicino ad un bivio: al più tardi in autunno, a seguito del rallentamento economico internazionale, la Germania dovrà scegliere di abbandonare l’austerity (continuare e passare a politiche monetarie diverse da quelle espansive di Draghi innescherebbe uno scenario di crisi finanziaria ancora maggiore, previsto lo scorso anno in condizioni allora diverse dalle attuali).
Si dirà che è provvisorio e dettato dal maggior rallentamento delle locomotive (cui anche Trump dovrà porre rimedio se vuole evitare di perdere le elezioni del 2020); ci saranno limitazioni per i Paesi già poco virtuosi; ma il governo in carica avrà un bel regalo e, quindi, bisogna arrivare vivi a quel punto di svolta autunnale.
La maggiore probabilità di un governo adesso senza elezioni immediate (ma non cambierebbe gran che se si facessero subito e si avesse subito un governo forte) impone un programma prudente che, per la parte economica non dovrebbe prescindere da:
a) evitare l’aumento dell’iva;
b) sondare tutte le opportunità di riconversione tecnologica e di prodotto per risolvere le numerose crisi industriali pendenti, anche a costo di esplorare working buy out e mano pubblica attraverso cdp e mediocredito;
c) banca del sud come dice Di Maio;
e) emissione di titoli al portatore in alternativa a quelli del debito pubblico visto che tali debiti sono già stati contabilizzati;
f) istituzionalizzazione di momenti di coordinamento fra i funzionari dei ministeri e quelli di Camera e Senato sotto guida politica (per evitare quanto è successo durante il precedente governo giallo verde in ambito incomprensioni e resistenze).”
C’è molto di più da fare ovviamente. Credo che a parte tentativi più o meno legittimi di influenzamenti interessati di tipo atlantico, romeico, locali e no, ci sia la volontà genuina e collaborativa di fare una squadra di governo giallorossa che riporti in alto l’Italia. È questo non é poco,
Viva L’ITALIA