Principale Politica Diritti & Lavoro Ma quanti Pd stanno trattando per il governo?

Ma quanti Pd stanno trattando per il governo?

Ma quanti Pd stanno trattando per il governo?

L’ex presidente del partito, Matteo Orfini, intervistato da La Stampa, dice che i Dem “non hanno dato un bello spettacolo”

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Michele Spatari / NurPhoto
Matteo Orfini

Quanti Pd ci sono in campo nella trattativa di governo? A La Stampa che glielo chiede nel corso di un’intervista per la sola edizione in edicola, l’ex presidente del Partito democraticio Matteo Orfini dice che “questa distinzione non la vedo” in quanto “abbiamo tutti chiesto discontinuità, ovviamente soprattutto sulle scelte politiche” in primis. Ma poi evidentemente “anche sugli interpreti di quelle scelte”, aggiunge Orfini, il quale non può nemmeno lontanamente immaginare “che una roba del genere si faccia sostituendo i ministri della Lega con quelli del Pd…”.

Eppure Orfini è contrariato, perché ritiene che nella giornata di ieri, quando ad un certo punto della giornata è filtrata la notizia che il dialogo Pd-M5s sembrava già tramontato, “il Pd non abbia dato un buono spettacolo oggi”. Probabilmente l’ex presidente del Pd, che nel corso dell’intervista non lo esplicita, si riferisce al momento in cui Zingaretti ha formalizzato i tre punti di trattativa, diversi e più vincolanti ai primi cinque giudicati unanimemente più vaghi.

Lo si intuisce, che il punto sia questo, un po’ di più dalle parole che seguono: “A me è capitato di farle le consultazioni, mai è successo quello che è accaduto in queste ore. Quando si va al Colle, si parla al Colle. Non esiste che ci si parli con agenzie anonime, con esegesi originali di quello che pensa un partito. Questo fa perdere di credibilità a tutto il gruppo dirigente. Noi abbiamo costruito un percorso in direzione, con un ordine del giorno votato all’unanimità. Oggi questo percorso si apre formalmente. C’è il tempo di un confronto. Spero che il Pd dimostri di essere all’altezza della gravità della situazione. Deve cessare la polemica interna”. Punto.

Insomma, per Orfini “questa è un’operazione che si può fare solo se il Pd è unito e se smettono i giochetti interni fatti dalla maggioranza e dalla minoranza. Se la smettiamo, si può tentare anche un’operazione complicata come questa. Sennò è inutile imbarcarsi” precisa. Anche perché questa ipotesi di trattativa di governo può funzionare, secondo l’esponente Pd, solo se i dem hanno chiare le loro priorità, a partire “da quelle poste da Zingaretti: abrogare i decreti sicurezza e correggere un impianto così brutale, peraltro oggetto anche nelle ultime ore di inchieste della magistratura”.

Un lavoro complicato da fare, non si nasconde Orfini, anche perché “M5S non è una costola della sinistra, è una forza politica alternativa” pure se in certe fasi “si può arrivare a costruire maggioranze tra forze alternative tra loro” come è accaduto ad esempio nella passata legislatura con Silvio Berlusconi.

Taglio dei parlamentati.  Il primo scoglio vero, si può trovare un’intesa? Orfini confessa di essere “contrario al taglio dei parlamentari” così come l’hanno proposto i 5Stelle perché nella proposta dem bocciata dal referendum costituzionale dell’autunno 2017 “noi tagliavamo i parlamentari nell’ambito di una riforma complessiva. Nello schema M5S si strozza la rappresentanza e si dà un potere estremo a una minoranza che vince”.

Insomma, il taglio eventuale deve essere accompagnato da una riforma elettorale “che per me deve essere di impianto proporzionale” per garantire un equilibrio.  Orfini è fiducioso sulla possibile convergenza dei 5Stelle su una ipotesi del genere.

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