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Governo a rischio tra minacce e ultimatum

DI MAIO: SERVE SEMPRE ACCORDO CON CONTE E QUELL’ALTRO 

Governo sempre più a rischio tra la paralisi su dossier delicati come le Autonomie e una serie di minacce, ultimatum, sfoghi con iscritti e colleghi di partito. Di Maio e Salvini si dividono su diversi fronti, incluso quello, del finanziamento ai partiti. “A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che e’ insopportabile. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro la’ e dobbiamo fare un accordo…”, dice Di Maio senza nominare l’altro vicepremier. Che piccato replica: “Io mi chiamo Matteo”.

I nodi non sono pochi. Dalla Tav all’ utonomia, ma anche il decreto Sicurezza bis. E lo scontro, giorno dopo giorno tra gli alleati LEga e M5S si fa sempre più duro. Sulla Torino-Lione i Cinquestelle sono decisi a discutere il problema in Parlamento, con il rischio di una seria spaccatura nell’ esecutivo, ma anche nel movimento stesso. Di Maio ha ricordato alla Lega che “da soli non hanno i numeri per fare passare la Tav, dovranno usare quelli del Pd, ma se lo farà per fare un favore a Macron, poi dovrà spiegarlo ai suoi elettori”.

Per il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari: “Se il M5S presenta una mozione contro la Tav, significa che vuole sfiduciare il premier che ha indicato, in quanto Conte la scorsa settimana non ha lasciato dubbi sul fatto che la Torino-Lione si finirà”. Dunque, “un atto ostile contro non contro di noi, ma contro Conte”. “Sin dalla nascita il Movimento è stato contrario a un’opera che si diceva già allora inutile e dannosa, una bidonata”, ribadisce Danilo Toninelli. Che ribadisce: “Ricordo perfettamente i sindaci leghisti contro e anche Salvini, quindi dovrebbe lui chiarire alla gente e al proprio elettorato sulla base di quali elementi abbia cambiato idea”. E la ministra Barbara Lezzi: “Porteremo in Parlamento degli elementi oggettivi dell’inutilità e della dannosità” della Torino-Lione.

Poi c’è la questione Autonomia. “Grazie all’Osservatorio per l’autonomia che abbiamo lanciato questa mattina all’università Federico II di Napoli, stiamo scrivendo un nuovo testo, migliore”, dice Di Maio. E il ministro Erika Stefani replica: “Non capisco di quale nuovo testo parli il capo politico dei 5 Stelle e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l’occasione di discutere l’idea di questo osservatorio di cui io sento parlare per la prima volta”.

Anche sul dl Sicurezza bis il clima è teso. Poi a complicare ulteriormente le cose un audio di Di Maio con gli attivisti calabresi del Movimento, in cui definisce “quell’altro là” Salvini. Che per tutta risposta gli ricorda che il suo nome di battesimo è Matteo. Ma si trattava di un “linguaggio colloquiale dovuto al contesto”, ha poi detto Di Maio. Nulla di importante. Certo, ma con tutta la carne fuoco messa nelle ultime settimane, anche una minima scintilla potrebbe provocare la devastazione.

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