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Rivoluzioni in casa M5S

La piattaforma Rousseau ha approvato il mandato zero, ossia la possibilità per i consiglieri comunali e quelli di municipio di correre per altri due mandati, in Regione e in Parlamento, non considerando dunque il primo mandato. Lo scopo della deroga al regolamento pentastellato ha lo scopo di “di non disperdere l’esperienza del candidato”, così come spiega nel video di presentazione dell’iniziativa . Secondo Luigi Di Maio, “I consiglieri sono la stragrande maggioranza dei nostri eletti e ogni giorno portano avanti le battaglie del M5S, molto spesso da soli, con decine e decine di atti da studiare e seguire”. Il Sì è stato votato dal 68% dei partecipanti, ossia circa 17 mila utenti. Si tratta di una rivoluzione importante per il Movimento 5 Stelle che aveva da sempre portato avanti la battaglia delle candidature: infatti è diventato virale il tweet risalente a dicembre 2018 quando Luigi Di Maio scriveva: “La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest’anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l’alternanza delle stagione e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a scrivere il contrario”.

Altre novità riguardano la possibilità di accordarsi a livello locale con le liste civiche, approvata da circa 19mila utenti, ma anche la possibilità di riorganizzazione nazionale e regionale del Movimento grazie al “team del futuro” composti da facilitatori, ossia responsabili tecnici competenti per materia che dovranno ascoltare i territori per poi coordinarne le attività. Molti sostengono come questa seconda proposta sia un modo per recuperare l’orizzontalità dei rapporti richiamando lo spirito originario del M5S. I sostenitori di questa linea sono coloro che sono vicini al presidente della Camera Roberto Fico, da sempre difensore della vecchia retorica pentastellata e critico dell’indirizzo attuale del Movimento.

Questi piccoli aggiustamenti, a prima vista innocui, sono da considerare in un’ottica più grande. Seppur riguardino alcuni aspetti dell’organizzazione del Movimento, sono però rivoluzionari se comparati ai suoi principi fondatori. Bisogna però sottolineare come, nonostante l’approvazione delle proposte, abbiano votato solo un quarto degli aventi diritto, considerando che gli iscritti sulla piattaforma Rousseau sono 100mila. Sembra dunque evidente il disinteresse rispetto alle proposte, seppur sia, come ho sottolineato, una riforma importante visto che si mette in discussione l’organizzazione nazionale e sul territorio.

Di Sara Carullo

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