La campagna in questione:
Partirà con Carola Rackete, che ha intenzione di denunciare qualche milione di italiani: “Ho avuto mandato da Sea Watch di tutelarla civilmente dall’odio sessista e insopportabile di è ormai vittima da un mese”, ha spiegato ieri al Giornale, La Torre, che è co-difensore della scafista umanitaria insieme ad Alessandro Gamberini (che si occupa delle questioni penali).
La legale, nota per avere denunciato l’emendamento che voleva ‘discriminare’ i pedofili, ha preso a modello la Stasi per evitare di dover scovare da sola ogni singolo post da denunciare: invece di passare intere giornate a setacciare profili Facebook, si appoggerà ad una rete di delatori composta dagli utenti dei vari social network. Chiunque potrà inviare un link di un post “incrminato” in cui appaiono commenti “diffamatori” da inserire nel faldone che finirà a giudizio. Saranno poi gli avvocati a “esaminare quelli giudizialmente meritevoli di tutela”.
L’ammontare del risarcimento “dipende da molti fattori – dice La Torre – Più la persona offesa è nota e più è alto il risarcimento. Ad ogni modo, si parte da circa 5mila euro fino ad arrivare a decine di migliaia di euro”.
Intanto La Torre potrebbe essere denunciata per incitazione all’odio da qualche milione di maschi italiani:
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