Principale Arte, Cultura & Società Il capo dell’Istat: “in Italia non c’è più posto per immigrati”

Il capo dell’Istat: “in Italia non c’è più posto per immigrati”

Gian Carlo Blangiardo, 70enne ordinario di Demografia a Milano Bicocca, è da qualche mese alla guida dell’Istat:

Blangiardo non è un fanatico, è uno scienziato. E ha chiara in mente la situazione: non si possono sostituire gli italiani con gli immigrati. E non solo – e basterebbe questo – per motivi etici, anche per questioni più prosaiche.

“Qui non ci stanno: è un dato di fatto – ha spiegato parlando degli immigrati – bisogna togliere a tanti poveri disgraziati l’idea che la soluzione dei loro problemi sia indebitarsi per infilarsi su una barca o attraversare il deserto rischiando la vita”. Che poi, lo sappiamo, di poveri disgraziati non ne salgono sui barconi.

Per Blangiardo gli immigrati hanno il dovere di sapere che, “dopo mille sacrifici, rischiano di trovarsi di nuovo alla casella di partenza”.

E si dice favorevole a “espulsioni e porte chiuse”.

“Sono quarant’anni che mi occupo di statistica. Quindi, nel caso, sarebbe mia intenzione mantenere una posizione equilibrata, muovermi nel modo più realistico possibile”.

Anche perché i numeri non mentono. Ed è sufficiente non violentarli come avvenuto fino ad ora.

Su Tito Boeri, secondo il quale gli immigrati servono a pagarci le pensioni, spiegò: “Boeri vuole contribuenti e lo capisco, a oggi più che puntare a farci pagare la pensione dagli immigrati dovremmo aumentare l’occupazione femminile, che in Italia è ancora bassissima – continua – siamo distanti dieci punti percentuali dagli altri Paesi europei”. Semmai più quella giovanile, lì abbiamo il 30 per cento di disoccupati.

Quindi la più grande bufala statistica lanciata prima dell’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza: “Si diceva che ogni anno in Italia morivano 30 mila donne per aborto – conclude – una scemenza. Le morti legate alla gravidanza, non solo per aborto, erano alcune centinaia”.

E’ come quando, oggi, vi dicono che gli immigrati sono pochi e che non c’è alcuna invasione. Poi, tra qualche decennio, vi diranno che hanno sbagliato. E sarà troppo tardi.

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