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Le persone scomparse in Italia sono quasi 60 mila

Gli individui di cui non si sa nulla sono “tanti quanti gli abitanti di una città di medie proporzioni, tipo Savona o Matera”, dice in un’intervista all’edizione cartacea di Libero il prefetto Giuliana Perrotta

JULIO CESAR AGUILAR / AFP

È un esercito di fantasmi. Persone uscite di casa la mattina e mai più ritornate la sera. Di cui si sono perse le tracce e non ritrovati nemmeno più i corpi. Sono gli scomparsi. Gente come il fisico Ettore Majorana, scomparso misteriosamente la sera del 25 marzo 1938, a 31 anni, e mai più riapparso. O come il professor Federico Caffè, economista, uscito dalla sua casa di via Cadlolo, un’elegante strada di Monte Mario, il 15 aprile 1987 senza farvi più ritorno.

È un esercito forato da 59.044 persone, “tanti quanti gli abitanti di una città di medie proporzioni, tipo Savona o Matera”, dice in un’intervista all’edizione cartacea di Libero Quotidiano il prefetto Giuliana Perrotta, una lunga carriera al vertice del palazzo prefettizio delle province di Enna, Lecce e Cagliari e, dal 18 marzo, Commissario straordinario del governo per le persone scomparse. In una dicitura, Commissario ai misteri italiani.

Tuttavia dal 1974 al 30 giugno 2019 le denunce di scomparsa nel nostro Paese sono state 236.656 e, tra queste, 90 mila circa hanno riguardato donne, di cui l’85% sono state ritrovate, ma di questi ritrovamenti l’1,3% era di corpi senza vita. In generale, rispetto alle 236.656 denunce, molte persone sono state ritrovate, però ci sono ancora da rintracciare 59.044 persone, di cui il 75% è rappresentato da minorenni, la stragrande maggioranza dei quali stranieri, pari al 67% della cifra delle persone da rintracciare.

Un dato quest’ultimo, spiega il prefetto, legato, ovviamente, al fenomeno migratorio e si riferisce al periodo 2015-17 e all’allontanamento dai centri di accoglienza. “Spesso sono sedicenti minori perché privi di documenti”. E i minori italiani? Se è vero che la maggior parte degli allontanamenti si risolve in modo positivo con il ritorno a casa dei ragazzi, ricorda Giuliana Perrotta, “è anche vero che negli ultimi 5 anni abbiamo registrato dati che fanno riflettere: 350 casi in più dal 2014 al 2018”.

Ci sono i minori affidati agli istituti che si occupano proprio di loro, che spesso scappano e “noi indaghiamo sulla cause dell’allontanamento perché c’è sempre una motivazione e nell’ultimo semestre “sono stati 419 gli allontanamenti volontari”. Poi ci sono le donne e le bambine (sono il 34% delle denunce) su 6.761 casi denunciati nell’ultimo semestre. E gli anziani, che sono il 6% e riguarda soprattutto over 65 “con problemi psicologici”.

Si smette mai di cercare una persona scomparsa? “Mai” risponde il prefetto Perrotta. “Adesso, poi, con le nuove tecniche che la scienza ha messo a disposizione, si cerca di risolvere anche i cosiddetti cold case. Bisogna poter riconoscere bimbi rapiti anni fa, oggi adulti”. Da ultimo un consiglio: denunciare subito la scomparsa di un parente, un amico, figlio o figlia. Entro le 24 ore. Non indugiare. “Prima partono le ricerche, meglio è”.

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