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Io mi esprimo nella mia lingua ma ti comprendo mentre parli la tua

Il multilinguismo ricettivo prevede che in una conversazione sia possibile usare la propria lingua limitandosi a comprendere quella dei propri interlocutori

Il Consiglio d’Europa definisce multilinguismo “la presenza in un’area geografica di più di una varietà di linguaggio”.

Il multilinguismo ricettivo fa riferimento al modello linguistico usato in una comunità di persone di madrelingua diversa che usa ognuno la propria lingua durante una conversazione. Noto anche come modello scandinavo proprio perché gli scandinavi riescono a comunicare usando le loro rispettive lingue. Il multilinguismo ricettivo prevede che in uno scambio linguistico ciascuno degli interlocutori usi la propria lingua e si limiti a comprendere quella dell’altro. A colui che ascolta è richiesta solo l’abilità della comprensione della lingua dell’altro parlante, la competenza passiva della lingua del suo interlocutore, senza la necessità che l’ascoltatore la sappia parlare.

Il multilinguismo ricettivo è diffuso e istituzionalizzato in Europa, oltre nella Scandinavia è presente in Svizzera, e altrove, ma la massima espressione di questo fenomeno la troviamo sull’isola di Warruwi.

Sull’isola di South Goulburn, a largo della costa settentrionale dell’Australia, vive una comunità di circa 500 persone che parlano ben 9 lingue differenti, è la comunità aborigena dei Warruwi.

Questa piccola isola è uno dei pochi posti rimasti al mondo in cui diverse lingue indigene coesistono fra loro. Gli aborigeni comunicano con il Mawng, il Burarra, lo Yolngu-Matha, lo Ndjenna e il Na-kara, il Bininj Kunwok, il Kunbarlang, l’Iwaidja, il creolo dello Stretto di Torres, e naturalmente l’Inglese, che però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è usato per comunicare nel caso in cui sorgano difficoltà di comprensione.

I Warruwi si capiscono tra loro perché ognuno comprende alcune o tutte le altre lingue pur continuando a rispondere nella propria. Essi pongono in essere il multilinguismo ricettivo, che fa riferimento al modello utilizzato in comunità di parlanti di madrelingua differente che usano ciascuno il proprio idioma durante uno scambio linguistico. A mio avviso è il miglior modo per preservare, senza grande sforzo da parte dei parlanti, ciascuno la propria lingua, senza alcuna preferenza o supremazia di un idioma sull’altro.

F.Moretti

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