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La sezione di Nefrologia sulle cellule staminali renali sul  FASEB Journal 

Pubblicato su  FASEB Journal  articolo del team sezione di Nefrologia Uniba sulle cellule staminali renali

BARI – Il 3 luglio scorso la prestigiosa rivista scientifica FASEB Journal ha pubblicato l’articolo dal titolo “Renal progenitor cells revert LPS-induced endothelial-to-mesenchymal transition by secreting CXCL6, SAA4, and BPIFA2 antiseptic peptides”, disponibile al link: www.fasebj.org/doi/10.1096/fj.201900351R, frutto di un’importantissima ricerca svolta dal team della sezione di Nefrologia del Prof. Loreto Gesualdo e della Prof. Anna Gallone (Dott. Fabio Sallustio e Dr.ssa Alessandra Stasi, i due principali coautori dello studio) dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro che ha condotto lo studio con la collaborazione di altri gruppi dello stesso ateneo.

E’ noto che i reni sono organi deputati alla rimozione dei prodotti di scarto dall’organismo attraverso le urine. Quando i reni sono danneggiati la loro capacità di svolgere questa funzione è compromessa.

Gli Autori hanno studiato gli effetti delle cellule staminali adulte del rene umano nel danno renale indotto da infezioni batteriche di tipo Gram negativo, e hanno dimostrato che queste cellule possono evitare i danni fibrotici correlati alla disfunzione dell’endotelio vascolare. Inoltre, hanno evidenziato che questo effetto antifibrotico è dovuto alla produzione di specifiche molecole antisettiche (CXCL6, SAA2, SAA4 e BPIFA2) da parte proprio delle cellule staminali renali. In definitiva le cellule staminali renali hanno capacità di proteggere localmente il tessuto renale dai processi fibrotici provocati dalla tossina batterica nota come lipopolisaccaride (LPS).

«Continueremo a studiare l’effetto rigenerativo e protettivo delle molecole prodotte dalle cellule staminali renali per esplorare il loro potenziale terapeutico nel ridurre la fibrosi precoce nel danno renale acuto» ha dichiarato Fabio Sallustio, ricercatore di biologia applicata dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

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