Principale Politica Diritti & Lavoro Corallo (PD): Al PD manca una linea politica

Corallo (PD): Al PD manca una linea politica

I parlamentari vanno sulla Sea Watch, ma poi alla riunione del gruppo della Camera si astengono sul rinnovo delle missioni in Libia. Io a Lampedusa? Devo trovare un lavoro, non avevo tempo di andarci, sto preparando due concorsi. Il PD zingarettiano è fondamentalmente in continuità con quello renziano, nel momento in cui è rappresentato in maggioranza dai franceschiniani. Prodi? Non basta una persona per salvare il partito. Carola? Ha fatto bene a salvare quelle persone, il problema è che dovrebbero farlo le istituzioni. Non è normale che un privato prenda persone in mare e costringa persone ad accoglierle, moralmente è giusto ma evidentemente c’è un vuoto legislativo. La sensazione è che sia la Lega da una parte, sia la sinistra che sale sulla barca a farsi le foto, stiano facendo propaganda sulla pelle di 40 disgraziati”

Dario Corallo, il giovane esponente del Pd che si candidò nella prima fase delle primarie, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Il Pd si spacca riguardo la risoluzione sulla Libia. “Quando è accaduto il caso Sea Watch Salvini ha acceso un cero alla Madonna, perché ha avuto la possibilità di spostare l’attenzione dai problemi del governo. Il PD va sulla nave, ma poi alla riunione del gruppo della Camera ha deciso di astenersi sul rinnovo delle missioni in Libia. Quando manca una linea, un criterio d’azione è normale che venga questo. Zingaretti non era neanche presente alla riunione del gruppo, Gentiloni e Minniti neanche. Alla fine Franceschini è intervenuto e ha detto: asteniamoci. Il Pd è un contenitore come tutti i partiti, se si deve fare un nuovo contenitore la cui ragione è la contrapposizione all’attuale gruppo dirigente non funziona. Quello che serve è elaborare una linea politica. Aiutiamoli a casa loro è diventato un argomento utilizzato dalle destre per non fare poi nulla. Il punto cruciale è una domanda che pone bene Rampini nel suo ultimo libro: è giusto che l’Etiopia o il Mali si svuotino dei suoi medici e dei suoi ingegneri? Da un lato serve la cooperazione internazionale, dall’altro serve una politica internazionalista delle sinistre che tornino a parlarsi. Un tempo il compagno socialista di Vattelapesca parlava allo stesso livello del compagno socialista dell’Italia o della Spagna, adesso questo non accade più. Adesso ogni partito socialista deve cavarsela da sé. Il PD zingarettiano è fondamentalmente in continuità con quello renziano, nel momento in cui è rappresentato in maggioranza dai franceschiniani. Prodi? Se il centrosinistra potesse essere salvato da una persona vorrebbe dire che la situazione non è così grave. Il problema è che il PD è un partito nato tardi, quando le sue ragioni fondative erano già superate. Carola? Ha fatto bene a salvare quelle persone, il problema è che dovrebbero farlo le istituzioni.

Non è normale che un privato prenda persone in mare e costringa persone ad accoglierle, moralmente è giusto ma evidentemente c’è un vuoto legislativo. La sensazione è che sia la Lega da una parte, sia la sinistra che sale sulla barca a farsi le foto, stiano facendo propaganda sulla pelle di 40 disgraziati. Che uno la faccia a favore o contro non cambia nulla. Io a Lampedusa? Devo trovare un lavoro, non avevo tempo di andarci, sto preparando due concorsi”.

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