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Cosa sta succedendo a Hong Kong

Hong Kong continua ad essere nel caos. Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel Consiglio legislativo paralizzando la situazione per più di tre ore, danneggiando gli interni e issando la bandiera del periodo coloniale britannico. La reazione della polizia, in tenuta antisommossa, non si è fatta attendere causando il ferimento di 54 persone di cui tre in gravi condizioni. “Questi atti gravi e illegali calpestano lo stato di diritto a Hong Kong, minano i suoi interessi principali e sono un’aperta sfida alle basi di un Paese, due sistemi” così commenta la portavoce del governo cinese che esprime dunque “pieno supporto al governo e alla polizia”. I circa 550 mila manifestanti si sono riuniti per l’anniversario della riconsegna della sovranità dell’isola alla Cina da parte del Regno Unito (1 luglio 1997) e, come ogni anno, le proteste riguardano il disaccordo rispetto alla vicinanza a Pechino, accusata di erodere lentamente l’autonomia di cui Hong Kong gode. A causa delle tensioni la governatrice Carrie Lam ha sospeso l’approvazione del provvedimento di estradizione in Cina di cittadini e residenti, nonostante non sia in vigore un trattato sull’estradizione, misura che aveva suscitato numerose proteste da parte di coloro che la giudicano troppo vicina al governo cinese e per questo ne chiedono le dimissioni. Il provvedimento era stato osteggiato a causa della possibilità che così Hong Kong riesca a sopprimere il dissenso nel proprio territorio grazie all’estradizione in Cina e dunque introdurre un sistema antidemocratico e illiberale. Hong Kong continua a rappresentare un unicum storico: una regione che risente fortemente dell’influenza britannica ma che si trova ora ad essere una delle Regioni Amministrative Speciali cinesi, con un sistema politico estremamente diverso rispetto al monopartitismo di Pechino. Infatti il capo dell’esecutivo viene scelto da un ristretto numero di persone (1.200) che compongono il Comitato Elettorale, a sua volta formato grazie all’assegnazione da parte di alcuni settori strategici dell’economia, dell’industria e della politica di Hong Kong. Tuttavia, molto imponente è l’influenza degli interessi cinesi che determinano la scelta degli amministratori locali (e dunque del capo del governo) e ciò viene duramente osteggiato dalle opposizioni che chiedono da anni la possibilità di eleggere a suffragio universale una esecutivo espressione dei localismi. di Sara Carullo

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