Principale Arte, Cultura & Società Media coscienza collettiva in ‘Rosso digitale’ di Vincenzo Vita

Media coscienza collettiva in ‘Rosso digitale’ di Vincenzo Vita

Il libro di Vita su comunicazione e politica.

di Rossella Guadagnini

– Dall’invasione degli spot alla dittatura degli algoritmi, ecco un’analisi dettagliata sul rapporto tra politica e comunicazione. Si va dalla televisione modello Berlusconi ai social media delle recenti campagne politiche, alle fake news: sono i temi esplorati nel nuovo saggio di Vincenzo Vita, ‘Rosso digitale. L’algoritmo di Marx’, edito da manifestolibri. Il volume verrà presentato in anteprima alla Sala Zavattini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod) mercoledì 19 giugno alle 18. Per l’occasione si svolgerà una tavola rotonda intitolata “Berlusconi, Renzi, Salvini: la comunicazione dalla televisione ai social”. Ne discuteranno insieme con l’autore Gianrico Carofiglio (saggista e scrittore); Nicola D’Angelo (giurista e magistrato amministrativo); Giuseppe Giulietti (presidente Fnsi); Norma Rangeri (direttrice de “il manifesto”). L’incontro si svolgerà nella Sala Zavattini della Fondazione Aamod, in Via Ostiense 106, alla Centrale Montemartini.

“La politica si è fatta comunicazione e la comunicazione si è fatta politica -dice Vita all’Adnkronos- E’ stato un quarantennio tragico per l’informazione. Il berlusconismo non va inteso come semplice descrizione delle alterne fortune del Cavaliere di Arcore, bensì come sintomo del mutato rapporto tra rappresentanza e rappresentazione. Si trova alla base della mia analisi che esamina il processo della globalizzazione mediatica”. Nel saggio viene anche messa a fuoco la figura di un politico in crisi, frutto della parabola discendente dei grandi partiti di massa, che si esplicita con l’epifania della società dell’informazione. “Non andiamo verso la fine dei mass media. Andiamo verso un loro superamento, e non è la stessa cosa. E’ come se dicessimo che la tv ha eliminato i libri o che il pc ha eliminato la tv: non funziona assolutamente così. I mass media sono davvero la coscienza collettiva e la connettività una seconda alfabetizzazione”.

“Nell’Italia dei conflitti di interesse irrisolti -prosegue Vita- vero riferimento della e nella sfera pubblica è la televisione generalista commerciale, in termini di frequenze, risorse economiche e costruzione del clima di opinione”. Ma quali scenari si aprono per il futuro? “Le responsabilità dello Stato connettivo sono anzitutto nel dare accesso alla memoria collettiva e all’intelligenza online. Sul piano dei contenuti lo Stato connettivo ha un grande ruolo da giocare: i contenuti, la loro critica, ma anche la loro diffusione, il sapere e i saperi sono la vera ‘rete’, il nuovo alfabeto”. Vincenzo Vita (classe 1952) è presidente dal 2015 dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e dal 2017 dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra (Ars). Deputato con l’Ulivo nel ’96, è stato sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni fino al 2001, dal 2003 al 2008 assessore alla Cultura della Provincia di Roma; dal 2008 al 2013 senatore Pd. Ha scritto, tra l’altro, “Dopo i mass media” (1993) e “L’inganno multimediale” (1998).

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.