La casa automobilistica francese Renault continua a discutere della proposta di fusione al 50% con Fca. Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di continuare a studiare con interesse l’opportunità di una proposta di fusione 50/50 con Fiat Chrysler Automobiles. La decisione è stata presa nella riunione del Consiglio di Amministrazione di ieri per esaminare in dettaglio gli elementi della proposta. La società ha inoltre deciso di estendere le discussioni sull’argomento. Il Consiglio si riunirà nuovamente oggi, mercoledì 5 giugno alla fine della giornata.
Fca-Renault, ore decisive
“Prendiamo il tempo necessario” per fare le cose come si devono, ha detto il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire ai microfoni della radio francese ‘Rmc’. Il progetto di fusione tra Fca e Renault “va studiato, senza fretta. Stiamo costruendo” il progetto “ma prende del tempo. E’ una operazione di grandi dimensioni che punta a creare un campione mondiale dell’automobile” ha spiegato Le Maire, ribadendo la necessità che le condizioni poste dallo Stato francese, azionista di riferimento di Renault con una quota del 15%, siano rispettate.
“Voglio dare la mia assicurazione ai francesi che lo Stato vigilerà con fermezza sugli interessi industriali di Renault e francesi – ha sottolineato Le Maire -. Sono favorevole a questa fusione ma non a qualunque condizione”. Con Fca, ha aggiunto, “lavoriamo bene. Dobbiamo anche informare i nostri partner giapponesi Nissan. Tutto questo prende tempo” e su questa operazione “sono sereno ma agirò con fermezza”.
Il 27 maggio scorso Fiat Chrysler ha dichiarato di aver consegnato una lettera non vincolante a Renault in merito ad una proposta di fusione al 50% delle rispettive attività. Secondo i termini della proposta, gli azionisti di ciascuna società riceveranno una quota di partecipazione equivalente nella società combinata, con l’aggregazione da realizzare come operazione di fusione nell’ambito di una società madre olandese.
Il consiglio di amministrazione dell’entità combinata sarebbe inizialmente composto da 11 membri. La società madre sarebbe quotata su Borsa Italiana, Euronext e Nyse. La società prevede che l’attività combinata venderà circa 8,7 milioni di veicoli all’anno.
Il progetto di fusione, ha sottolineato Le Maire, prevede “che la sede della holding sia ad Amsterdam” anche se lo Stato francese vuole un sede operativa anche a Parigi. Si tratta, ha detto ancora Le Maire, di “un’opportunità perché consoliderà il settore auto” e rafforzerà lo sviluppo dell’auto elettrica e autonoma. Lo Stato francese, ha rimarcato il ministro francese, se la fusione andrà in porto “resterà nel capitale sociale” del nuovo gruppo e “dovrà essere rappresentato nel consiglio di amministrazione”. La quota dello Stato, inoltre, “scenderà dal 15% al 7,5% mentre la famiglia Agnelli avrà una quota del 14,5%”.
“Vogliamo anche che ci sia una sede operativa a Parigi mentre la sede della holding sarà ad Amsterdam come tra l’altro è successo con Airbus – ha aggiunto Le Maire -. Quando ci sono diverse nazionalità è normare trovare un terreno d’intesa”. L’auspicio del ministro è che questa operazione si faccia ma nel rispetto delle condizioni messe in avanti dal governo transalpino ossia “il mantenimento dei siti industriali francesi e dei livelli occupazionali, che si faccia nell’ambito dell’Alleanza con Nissan, che il nuovo gruppo partecipi alla filiera di sviluppo delle batterie elettriche e che vengano rispettate le condizioni legate alla governance”.