Lunedì sera Corrado Cartoni e Antonio Lepre, di Magistratura Indipendente, non indagati ma che avevano preso parte a incontri con gli esponenti del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri per discutere della nomina del procuratore di Roma, e ieri, annunciandolo poco prima del plenum, Gianluigi Morlini, di Unicost, e Paolo Criscuoli di Mi. Ma dall’assemblea di Palazzo dei Marescialli, insieme alla presa d’atto della gravità della situazione, arriva anche una forte assunzione di responsabilità e un richiamo alla compattezza: con un documento approvato all’unanimità tutti i consiglieri, laici e togati, si dicono “sgomenti e amareggiati”, denunciano comportamenti da cui “prendere con nettezza le distanze” e richiamano la necessità di “un radicale percorso di autoriforma. E da più parti arriva il riconoscimento al vicepresidente Ermini di una gestione saggia, ferma e responsabile della situazione e al valore imprescindibile della guida del capo dello Stato, Sergio Mattarella, che del Csm è il presidente.
Il laico M5S Fulvio Gigliotti si dice certo che il Csm “continuerà a mantenere quell’alto livello di garanzia e credibilità istituzionale” attraverso “il più attento rigore e la massima fermezza” nelle funzioni che tutti i componenti sono chiamati a esercitare. Al centro delle riflessioni di Ermini, inevitabilmente, anche il tema delle nomine ai vertici degli uffici che devono essere “trasparenti”, compiute “fuori da logiche spartitorie”, e preservate dalle “degenerazioni correntizie” e dai “giochi di potere” che sono emersi dall’inchiesta dei pm perugini. E ogni determinazione del Consiglio deve essere assunta “al riparo da interessi esterni” e “al solo fine di assicurare l’efficienza e la conformità alla costituzione dell’attività giurisdizionale” il tutto sotto la “guida illuminata” del Capo dello Stato. Il plenum ha anche preso atto delle dimissioni di Spina e ha deliberato il suo rientro in ruolo alla procura di Castrovillari, suo ufficio di provenienza.