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Le strategie

Resta difficile fare una relazione oggettiva della politica italiana. C’è, però, chi si sente autorizzato a farla. Intanto, i risultati non cambiano e ci preoccupano non poco. Sembra che in Italia nessun accordo politico possa ottenere una stabilità governativa. Se in Patria la situazione è complessa, ancor più lo è per chi la segue dall’estero.

La mancanza di proposte veramente accessibili è una “croce”nazionale. Non ci sono più uomini che abbiano mantenuto la loro linea politica originaria. L’unica certezza, ma non è poca cosa, è l’impossibilità di un “ribaltone”. La parola d’ordine resta “riformare”. Ma come? Su questo interrogativo, almeno per ora, s’infrangono tutte le tesi più percorribili. La possibilità d’apertura di più “strade” non ci persuade.

Ne serve solo una; ma che sia quella “giusta”. Superate, apparentemente, alcune barriere ideologiche, restano da chiarire le vere intenzioni dei partiti di maggioranza in Parlamento. Anche sulla questione “bipolarismo” ci sarebbe tanto da scrivere; ma poco da condividere. Nonostante “segnali”d’apparente coerenza, si continua a tirare il sasso e nascondere il braccio. Troppo comodo, a parer nostro, assumere posizioni di verifica senza proposte alternative.

Se proprio non ci sono i tempi per cambiare registro, si rivedano, almeno, quelli della Legislatura. Rispetto ad altri, questi potrebbero essere più attuabili senza scomodare, più di tanto, i piani dei Partiti d’Italia. Insomma, le strategie politiche di queste ultime settimane non ci hanno persuaso e di ciò non ci resta che prenderne atto.

Giorgio Brignola

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