Principale Politica Diritti & Lavoro Umbria, cosa dice quell’inchiesta al PD

Umbria, cosa dice quell’inchiesta al PD

 Emanuele Macaluso

Con grandi titoli, oggi, i giornali riprendono il terremoto giudiziario che coinvolge la Regione Umbria e, quindi, anche il Pd come partito. In situazioni analoghe, le inchieste si sono poi sgonfiate mentre altre hanno dato ragione ai pm. È bene, dunque, attendere con il dovuto rispetto per la magistratura, come ha fatto la presidente della Regione Umbria, indagata, e ragionare poi sulle sentenze quando arriveranno.

Qualcosa, però, va detta. Anzitutto molti casi in cui nelle inchieste, e anche nelle sentenze, sono coinvolti gli amministratori regionali e i partiti di riferimento, riguardano la sanità. Il caso più clamoroso è quello dell’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, adesso in carcere. Infatti, la sanità è il comparto regionale che ha il bilancio più consistente e dove sono spesso all’ordine del giorno assunzioni di infermieri e medici e l’assegnazione di incarichi di primari, aiuti e di altre posizioni. Ed è il settore pubblico dove si fanno anche acquisti di strumenti sanitari e di tutto ciò che è necessario alle strutture ospedaliere.

Ma la sanità è quel comparto pubblico che interviene quando il cittadino è ammalato o teme una malattia e ha bisogno di visite, analisi, cure e anche, a volte, del pronto soccorso. Sono i momenti più amari nella vita delle persone e sappiamo che negli ospedali ci sono ritardi e, spesso, insufficienze ma anche realtà di eccellenza e comprensione delle esigenze dei malati. Quindi, questo è il comparto che dovrebbe essere intoccabile anche quando non c’è corruzione mentre la politica interviene sulla selezione del personale sanitario.

Lo ripeto: per l’Umbria aspettiamo le conclusioni dell’inchiesta e le sentenze per capire come stanno le cose. Bene ha fatto Zingaretti a commissariare subito il partito con una persona – l’on. Verini – che ha esperienza e ha sempre mostrato rigore in tutto ciò che ha fatto. Ma voglio aggiungere una cosa che a me pare essenziale. Da anni il Pd è insediato nei governi locali e la sua vita politica ruota attorno ai problemi, agli interessi correlati con quel potere e alla prospettiva di stare ancora al governo, confermando o cambiando un personale che comunque ruota sempre attorno al potere locale o nazionale. Infatti, il Pd non è un partito impegnato nelle lotte sociali, nelle battaglie politico culturali che hanno costituito la fucina della formazione e dell’impegno dei militanti e dei dirigenti della sinistra.

È questo il nodo che il Pd non ha mai sciolto e non so se è in grado di sciogliere. Se un partito ha un quadro dirigente allenato solo alla gestione del potere locale – e anche nazionale – è inevitabile che si verifichino delle smagliature dovute al fatto che in questo quadro bisogna costruire cordate elettorali e avere aderenti che aspirano ad essere comunque favoriti nell’impiego o nella carriera. O il Pd compie una svolta radicale, mettendo al centro del suo essere partito della sinistra la questione sociale, la battaglia per l’uguaglianza e certamente anche quella del governo ma come momento di questo impegno centrale, altrimenti la sua vicenda politica si esaurirà come abbiamo visto in questi anni. Si rifletta e si agisca.

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