PUGLIA – “I nomi di Dio”: in 24 scuole pugliesi a lezione di dialogo multiculturale e religioso
Educare i giovani all’incontro multiculturale, aiutarli a dialogare con chi professa religioni diverse, affrancarli dalla “paura dell’altro”. Sono gli obiettivi del progetto “I nomi di Dio: culture e religioni in dialogo”, presentato in Consiglio regionale dal presidente Mario Loizzo e dai partner dell’iniziativa: la cooperativa sociale Sinergia di Bitonto che lo ha presentato, l’Istituto di pedagogia dell’Università di Bari che assicurerà il supporto scientifico e la Sezione consiliare Biblioteca e comunicazione istituzionale che lo seguirà e fornirà i materiali.
Rivolto agli studenti del 3° e 4° anno di 24 istituti superiori di tutta la Puglia, è un percorso inclusivo di conoscenza di culture diverse che promuovere la sensibilità verso il dialogo interreligioso, ha premesso il presidente di Sinergia Arcangelo Adriani.
“Costruire competenze interculturali per vivere consapevolmente in un mondo globalizzato”: il direttore del laboratorio di pedagogia interculturale dell’Ateneo barese, Alberto Fornasari, ha insistito sull’esigenza di praticare il confronto. Tanto più davanti a diversità anche profonde, occorre imparare a dialogare in maniera propositiva e inclusiva, soffermandosi sulle religioni, dal momento che “la dimensione del sacro è presente in tutte le culture”. Il prof. Fornasari seguirà direttamente gli incontri nelle scuole, in programma tra aprile-maggio e ottobre-novembre 2019.
“I nomi di Dio” è alla terza edizione, che presenta alcune novità, sottolineate dalla dirigente della “Teca del Mediterraneo”, Anna Vita Perrone. Una è la dimensione questa volta regionale, l’altra il bando, aperto alle superiori di tute le province pugliesi.
La Puglia, crocevia culturale ed etno-religioso, è un laboratorio ideale per incoraggiare le nuove generazioni a interagire nel rispetto reciproco per costruire il mondo del futuro. Il presidente del Consiglio regionale ha ricordato che anche papa Francesco ha scelto Bari come sede di un confronto permanente tra le religioni del Mediterraneo. Per Loizzo, “agire sui giovani è determinante, per diffondere gli anticorpi contro l’intolleranza, il fanatismo e la xenofobia”. La comprensione tra persone di culture diverse è uno strumento di pace e l’interazione tra le religioni riduce il rischio che l’isolamento possa generare il virus del fondamentalismo. “Insegniamo ai ragazzi come leggere i processi in atto nelle società ed incentiveremo la loro capacità di agire e di portarci fuori dall’attuale crisi di valori che pregiudica il futuro”, ha concluso il presidente Loizzo. (fel)