Principale Politica Diritti & Lavoro Pena dimezzata all’assassino, giudice polemizza con salvini

Pena dimezzata all’assassino, giudice polemizza con salvini

E’ questo il problema: i giudici hanno troppa libertà di movimento.

Per l’omicidio commesso a Rivarolo (Genova) nell’aprile del 2018, la pm aveva chiesto che Javier Napoleon Pareja Gamboa, operaio 52enne rimanesse in carcere trent’anni. Diventati sedici grazio allo sconto di un terzo della pena dovuto al ridicolo ‘abbreviato’ (quando lo aboliamo?) sommato alla concessione delle attenuanti generiche.

Secondo la sentenza, infatti, il migrante era mosso “da un misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento […] ha agito sotto la spinta di uno stato d’animo molto intenso, non pretestuoso, né umanamente del tutto incomprensibile”. L’omicidio, quindi, non è stato provocato da un moto di gelosia fine a se stesso, come si legge nelle motivazioni della sentenza, “ma come reazione al comportamento della donna, del tutto incoerente e contraddittorio, che l’ha illuso e disilluso nello stesso tempo”.

Aveva i suoi buoni motivi, insomma.

“Non intendo giustificare quello che ho scritto”, ribatte nell’intervista al Corriere della Sera e poi risponde alle accuse di Salvini: “Salvini può pensarla come meglio crede ma vale sempre e per tutti il fatto che bisognerebbe conoscere bene i casi prima di criticare…”.

“Questo signore se n’era andato volontariamente in Ecuador proprio per lasciare spazio alle scelte della moglie. Lei lo fa tornare promettendogli un futuro e lui scopre invece che praticamente c’era l’amante in casa. Tutto nel giro di poche ore…”.

Beh, anche solo per avere fatto tornare in Italia uno che se ne era tornato volontariamente in Ecuador, ha meritato.

Ps. Sulla sentenza, al netto che sia un immigrato e che nella scelta la cosa ha sicuramente pesato, siamo d’accordo con il giudice.

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