Principale Attualità & Cronaca Stop al sorvolo dei Boeing 737 Max nello spazio aereo europeo

Stop al sorvolo dei Boeing 737 Max nello spazio aereo europeo

Dopo la sciagura dello schianto aereo avvenuto in Africa, è stata presa la decisione unanime in Europa al fermo di tutti i voli dei Boeing 737. Concorde anche l’Italia che chiude il proprio spazio aereo a tale modello sotto accusa

di Monica Montanaro

Decisone quasi unanime di vari Paesi interni all’Unione europea nel decretare lo stop al sorvolo del modello di aereo incriminato dal momento in cui è stato al centro del immane disastro avvenuto nella giornata di domenica scorsa in Etiopia. Dopo pochi minuti dal suo decollo, è stato calcolato nel tempo di sei minuti, il volo ET 302 della Ethiopian Airlines è precipitato in terra di Africa, in un territorio agreste nell’hinterland della città di Addis Abeba.

Inizialmente i Paesi che avevano optato per il no all’utilizzo e alla chiusura dei propri spazi aerei a tale modello della Boeing 737 Max, sono stati in ordine di annuncio pubblico, la Gran Bretagna, la Germania, la Francia, l’Austria, ed è arrivata anche l’adesione dell’Italia, per la messa al bando dei voli rappresentanti tale sigla.

La capofila di tale drastica decisione è stata la Gran Bretagna che ha decretato il divieto di entrare nel proprio spazio aereo di tutti i voli del Boeing 737 Max, anche quelli di tratta diversa a livello internazionale e di qualunque altra compagnia aerea.

A catena, ricalcando l’esempio di Londra, si sono accorpati gli altri Stati europei. L’Europa intera si è associata a tale decisione di responsabilità per assicurare un alto grado di sicurezza.

Soltanto la Svizzera non ha aderito alla scelta assunta dalla maggior parte degli Stati europei, e ha mantenuto aperto il suo spazio aereo ai voli della Boeing.

Anche se gli Stati che hanno esordito, sul piano mondiale, per bandire il modello di aereo causante la tragedia in Etiopia, sono stati Malesia, Oman, Cina, Indonesia, Singapore, Corea del sud, Etiopia, Cayman, Vietnam, Australia, Brasile.

Gli Usa, invece, hanno scelto originalmente di non sospendere d’impeto il piano dei voli in cui è previsto lo scalo, il decollo e l’arrivo dei Boeing 737 Max, ma hanno dato annuncio di richiedere il controllo serrato dei software inclusi nel modello dei velivoli sotto inchiesta, e che vengano repentinamente aggiornati ed apportate le dovute modifiche ed aggiustamenti in tempi brevi.

L’Agenzia per la sicurezza del trasporto aereo dell’Unione europea (Easa) ha promanato un annuncio ufficiale, il cui contenuto attiene la sospensione di “tutte le operazioni di volo di tutti gli aerei Boeing dei modelli 737-8 Max e 737-9 Max in Europa a partire dalle ore 19”, precisando altresì che tale decisione è stata assunta come misura precauzionale per “garantire la sicurezza dei passeggeri”.

Mentre l’Enac, in Italia, ha disposto che “dalle 21 di oggi, 12 marzo 2019, visto il perdurare della mancanza di informazioni certe in merito alla dinamica dell’incidente della Ethiopian Airlines avvenuto domenica 10 marzo e che ha coinvolto un velivolo Boeing 737 Max 8 e del precedente incidente di ottobre in Indonesia, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, per motivi precauzionali, ha disposto la chiusura dello spazio aereo italiano a tutti i voli commerciali operati con aeromobili di questo tipo. In accordo con quanto in corso in Europa”. Pertanto: “Gli aeromobili di questo modello non possono più operare da e per gli aeroporti nazionali fino a nuove comunicazioni”.

La società Boeing, sotto accusa perché ritenuta responsabile dell’incidente disastroso avvenuto domenica in Etiopia, che ha cagionato la morte di quasi 200 passeggeri, ha rilasciato un comunicato pubblico in cui specifica che provvederà  nel giro di poche settimane all’aggiornamento del software dei suoi 737 Max.

Decisone assunta da parte di Boeing, e maggiormente stimolata, dopo la divulgazione dell’annuncio della Faa, l’agenzia federale americana per l’aviazione, la quale ha espressamente richiesto di “apportare modifiche entro aprile” alla flotta dei 737 Max, il modello schiantatosi in Africa la scorsa domenica, si presume proprio sia stato determinato da un avaria al sistema software del velivolo. L’azienda ha dichiarato, rassicurando la platea mondiale degli utenti, che garantirà “l’aggiornamento del software della flotta nelle prossime settimane”.

La Boeing non poteva esimersi dal porgere, come società multinazionale pluri quotata, le sue doverose scuse e le opportune condoglianze ai familiari delle 157 vittime che viaggiavano a bordo degli aeromobili di sua produzione, le quali hanno irrimediabilmente e innocentemente perso la propria vita. 

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