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Anche il Sultano onoro’ Rossini

Gli ampi orizzonti del 150°

All’incontro per la Festa Nazionale della Repubblica di Turchia è intervenuto anche l’ambasciatore Giorgio Girelli accolto con particolare calore dall’ambasciatore turco Murat Salim Esenli il quale ha dato lettura del messaggio del presidente Erdogan. Questi ha rilevato come nel 95° anniversario della proclamazione della Repubblica si registra un incremento consistente del commercio con la Penisola,  nel quadro del quale anche San Marino  ha la sua quota.

Erdogan ha poi sottolineato come la Turchia continui ad ospitare 4 milioni e 200 mila rifugiati. L’ambasciatore Girelli ha fatto presente a sua volta che  in tema di assistenza ai rifugiati San Marino vanta una storia gloriosa avendo, ad esempio,  durante la seconda guerra mondiale ospitato un numero di rifugiati quattro volte superiore alla sua popolazione. Anche gli scambi economici con la Turchia evidenziano, oltre a quelle italiane,  positive iniziative di imprese sammarinesi. Ma ciò che caratterizza lo Stato  più antico del mondo sono i valori di democrazia, solidarietà e pace  perseguiti nella storia  per ottocento anni e che hanno determinato da parte dell’Unesco il riconoscimento della Repubblica quale Patrimonio dell’umanità.

Non potava  mancare nel corso del colloquio, nel 150° della scomparsa celebrata in vari Paesi,   un riferimento a Gioachino Rossini che, circostanza poco nota, dedicò al Sultano turco Abdul Medjid (1823-1861), un inno.  I giannizzeri, truppe scelte ottomane, annoveravano nell’ambito delle loro file particolari bande musicali che influenzarono notevolmente il mondo artistico dell’epoca. Giuseppe Donizetti, fratello del celebre Gaetano, venne invitato nel 1832 alla corte del padre di Abdul, il Sultano Mahmud II, con il compito di riordinare le bande turche sui modelli occidentali. Donizetti fondò una scuola militare di musica e scrisse molti brani di circostanza.

Due marce da dedicare ad Abdul Medjid furono commissionate una a Gaetano Donizetti ed un’altra al più celebre compositore di allora, Gioachino Rossini. La composizione, datata 1852, è caratterizzata – riferisce il “Bollettino del Centro Rossiniano di Studi” –  da una vivacità ritmica e da un’andatura veloce con la tipica cantabilità dell’autore. Ciò valse a Rossini una distinzione onorifica dell’ “Ordine di Medjidie”,  dal nome appunto del Sultano Abdul Medjid. La decorazione è conservata  presso il Conservatorio statale di musica di  Pesaro, a Palazzo Olivieri, nel cosiddetto “Tempietto Rossiniano”. Da ricordare che la “Marcia per il Sultano” viene frequentemente eseguita dalla orchestra di strumenti a fiato del Conservatorio sulla base di una trascrizione curata dal professore Michele Mangani. (A.B.)

NELLA FOTO: L’ambasciatore Giorgio Girelli e l’ ambasciatore turco Murat Salim Esenli

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