Principale Arte, Cultura & Società Ebrei e arabo palestinesi a Bolzano

Ebrei e arabo palestinesi a Bolzano

Ebrei e arabo palestinesi a Bolzano per studiare l’esperienza della minoranza tedesca.

Foto: La delegazione con il Presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatcher

Una delegazione di ebrei e arabo palestinesi, tutti cittadini di Israele, è venuta in questi i giorni a Bolzano, per studiare l’esperienza dell’Autonomia in Alto Adige/Südtirol.
Può sembrare strano comparare la situazione delle minoranze tedesca e ladina di questa Provincia, tra le prime venti per ricchezza in Europa, e che costituisce lo 0,8% della popolazione italiana, con quella della Galilea e in generale della minoranza palestinese in Israele, che è il settore di popolazione più povera di Israele ma costituisce oltre il 20% della popolazione israeliana. Ma le minoranze in Alto Adige/Südtirol sono riconosciute collettivamente come minoranze linguistiche, in base all’articolo 6 della Costituzione italiana, all’Accordo De Gasperi-Gruber del 1946 e ai successivi negoziati per l’implementazione dell’Autonomia, culminati nell’accordo definitivo del 1972. Tale accordo fu fatto proprio dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo il rilascio di una “clausola liberatoria” da parte dell’Austria, in cui si dichiarava che tutte le richieste relative all’Autonomia erano state adempiute dall’Italia e che non c’erano altre richieste da avanzare (una richiesta molto simile a quella di “end of claims” avanzata nei confronti dei palestinesi da Israele nel corso delle trattative successive all’Accordo di Washington del settembre 1993).

Le minoranze dell’Alto Adige godono di speciali diritti positivi a tutela della loro condizione di minoranza (ritorno del 90% delle tasse pagate allo Stato, gestione autonoma delle scuole, parità nell’uso delle diverse lingue, proporzionale nel pubblico impiego e nella composizione dei corpi elettivi locali e dei loro esecutivi, ecc), mentre i palestinesi israeliani, teoricamente uguali come singoli cittadini, di fatto sono discriminati nella vita reale e non godono di riconoscimento collettivo e tutele positive. Non è infatti sufficiente il riconoscimento di pari diritti per i singoli cittadini, il riconoscimento di garanzie positive è necessario perché le maggioranze non opprimano le minoranze (come è successo recentemente in Israele con l’approvazione della legge su Israele Stato-Nazione degli ebrei, che ha declassato l’arabo da seconda lingua nazionale a lingua speciale, e ha completamente ignorato l’esistenza delle minoranze palestinese, drusa e beduina).

La delegazione, promossa da ANTENNA Cipmo – Bolzano, in collaborazione con CIPMO ed Eurac Research, e con l’Associazione Industriali di Bolzano, era guidata da due parlamentari della Knesset, uno ebreo e uno palestinese, Eyal Ben-Reuven e Youssef Jabareen, e da esponenti della società civile, che hanno stretto importanti accordi nel campo del turismo, della collaborazione tra centri di ricerca e parchi industriali e della sanità.

Nel corso di una precedente missione effettuata in Israele alla fine di gennaio si è constatato, infatti, che sul piano politico le divisioni tra maggioranza ebraica e minoranza palestinese si erano fatte sempre più aspre (particolarmente in occasione della Legge su Israele Stato-Nazione), così come le stesse tensioni all’interno della Lista Araba Unita, che ha 13 parlamentari nella Knesset (su un totale di 120).

A livello di società civile, invece, particolarmente tra le nuove generazioni tra i 20 e i 50 anni, vi è una posizione più complessa: restano intatti la richiesta e l’impegno per difendere e tutelare l’identità israelo-palestinese, così come la solidarietà con la battaglia complessiva del popolo palestinese per uno Stato ai confini di Israele, ma contemporaneamente vi è un radicamento nella società israeliana, una esigenza ed un impegno di promozione economica e sociale indescrivibile, in particolare nei settori scientifici e sociali. Le famiglie investono sull’istruzione dei figli, mandandoli anche a studiare nelle Università USA ed europee. Oggi il 30% dei medici israeliani è palestinese, e così dicasi per gli ingegneri e in tutto il settore dell’high-tech, e del turismo. La Galilea, per l’alto livello di istruzione e anche per il più basso livello dei salari, costituisce oggi l’area più suscettibile di sviluppo in Israele.

Più in generale, credo si possa affermare che, all’interno del popolo palestinese (di cui ugualmente gli arabo-palestinesi rappresentano il 20%), l’unico settore dinamico è proprio questo, mentre Cisgiordania e Gaza sono bloccate dalla stasi del processo negoziale e dalle ricorrenti crisi al confine della Striscia. Il Governo israeliano, da par sua, tende a fare una politica duplice: concessioni sul terreno economico (come il piano straordinario di finanziamenti per le municipalità arabe) e regressione sul piano dei diritti politici e identitari.

Foto: Arno Kompatcher, Presidente della Provincia di Bolzano, incontra la delegazione per illustrare il modello dell’Autonomia.

Lo scopo della missione a Bolzano è stato quello di creare una collaborazione paritaria e reciprocamente vantaggiosa tra le due aree, basata non su una concezione assistenziale, ma sulla costruzione di una effettiva partnership tra le parti. Sono stati individuati e concordati settori di collaborazione decisivi, nel campo della collaborazione tra centri di ricerca, parchi industriali e nella sanità, nonché nella creazione di un brand centrato su Nazareth o/e sulla Galilea, scelta che verrà decisa nel corso di una prossima missione, già decisa, di esperti sudtirolesi a Nazareth.

In questo è risultato decisivo l’appoggio della Provincia di Bolzano, che ha accettato di supportare la creazione di una vera e propria “Piattaforma mediterranea” permanente, basata sulla collaborazioni tra le organizzazioni già citate e la locale Assoimprenditori.

Il presidente della provincia Arno Kompatscher ha ripetutamente incontrato la delegazione, con una capacità di ascolto e di comprensione che ha profondamente colpito tutti, e ha assicurato pieno supporto alla creazione della Piattaforma mediterranea e allo sviluppo di questa cooperazione decentrata tra la sua provincia, Israele e specificamente la Galilea.

Articolo di Janiki Cingoli per Huffington Post

Fonte: Huffington Post

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