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Sopravvivere

Come si vive, oggi, in Italia? Un interrogativo che, proprio per il suo seguito quotidiano, ci siamo posti prima che riprenda il dialogo tra i “sordi” della politica. Da noi, se si è attenti ai prezzi, non sono i generi alimentari a porci insormontabili problemi. Insomma, di fame non si muore; anche se la consolazione, in questo nuovo Millennio, ci sembra modesta. In città, ma ancor meglio in campagna, con circa Euro 400 mensili si può acquistare il vitto necessario per una famiglia di quattro persone. Anche se non si vive di solo pane.

 Chi è inquilino, però, ha un canone di locazione da pagare. Per i proprietari, le spese di straordinaria amministrazione continuano a lievitare e le imposte immobiliari falciano i contenuti utili. Poi, ci sono le utenze. Almeno gas e luce. Lasciamo stare il telefono fisso che può essere egregiamente sostituito dal portatile con scheda pre pagata. Per il resto, ma non solo per gli imprevisti, c’è da contare sulla buona sorte. Mantenere un’autovettura è sempre più difficile; anche i prezzi dei mezzi di pubblico trasporto subiranno un successivo rincaro entro il prossimo anno. Si legge anche meno. Intanto, sui quotidiani le notizie sono continuamente le stesse e per la “nera” c’è sempre la televisione. Il numero dei licenziati e dei cassaintegrati, in quest’ultimo trimestre dell’anno, si è stabilizzato. Una famiglia tipo (quattro persone), con un reddito (lordo) non superiore a 8.000 Euro l’anno, è indigente. Al di sotto è palesemente in povertà e avrebbe bisogno della pubblica assistenza per evitare il collasso. Il meccanismo sarà nel progetto Di Maio/Salvini?

Le tensioni sociali sono sempre meno contenibili e la ragione non può essere che dalla parte di chi chiede lavoro e non delle promesse che cadono nel nulla. I politici, nessuno escluso, hanno fatto il loro tempo. Il momento del cambiamento dovrebbe essere prossimo. Come sarà la Penisola del dopo la vittoria di una Coalizione Politica di Centro/Destra? Un altro interrogativo che, per ora, non trova risposta. Resta, però, assodato che il “nuovo” Parlamento avrà da far fronte le incoerenze del precedente.

Giorgio Brignola

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