POTENZA – Giovanni Baldantoni, rappresentante dell’Associazione Lucani nei Balcani – Palazzo Italia Bucarest, si è così espresso, in una nota, in merito al ritorno in regione dei numerosi lucani all’estero, in occasione del periodo estivo e del Ferragosto: “La “Giornata dell’emigrante” promossa a Ruvo del Monte dal Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice”, dal Comune e della Federazione dei lucani in Usa, le Feste dell’Emigrante che si sono svolgono in altri centri sono le tradizionali occasioni, nel periodo di Ferragosto, per rinsaldare i legami di affetto e di vicinanza ai tanti emigrati lucani in rientro, sia pure per qualche giorno, nei paesi d’origine.
Ma se vogliamo, come è necessario che avvenga, sfuggire alla retorica e al sentimentalismo per ridare, invece, pieno riconoscimento al ruolo svolto in passato e che svolgono tuttora le comunità dei lucani all’estero, si deve pensare a progetti e programmi concreti, prendendo atto che il fenomeno migratorio con il quale, purtroppo, anche la nostra regione dovrà fare i conti per chi sa quanti anni ancora, è profondamente cambiato. Sono soprattutto i nostri giovani a cambiarlo. Riguarda fasce d’età e categorie sociali differenti.
I flussi migratori, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze. I nostri giovani, però, devono poter tornare. E il compito che svolgiamo nei Balcani (oltre che in Romania, in Serbia, Ungheria, Repubblica Ceca) e in Germania è quello di intercettare questi nuovi emigrati: sono almeno 55mila gli under 40 che nel 2016 hanno lasciato l’Italia e trasferito la propria residenza all’estero, chi per cercare fortuna, chi per inseguire un lavoro, una passione o una nuova carriera. Immigrati, expat, foreign professionists con meno di 40 anni rappresentano la metà circa del totale dei trasferimenti di residenza che gli italiani hanno registrato . Per i giovani, si tratta in pratica di 3,3 trasferiti all’estero ogni mille under 40, in aumento del 34,3%. Rispetto al passato, si tratta di una emigrazione più limitata nel tempo e di qualità almeno per quanto riguarda le partenze dalle metropoli del Nord. Spesso si tratta di giovani mandati all’estero dalle famiglie (imprenditori o professionisti della media borghesia settentrionale) per studiare o comunque acquisire conoscenze, competenze e know-how da riversare poi, una volta rientrati in Italia, nelle attività professionali familiari o personali.
È un fenomeno, a cui stiamo assistendo ormai da qualche anno. Noi puntiamo a farli diventare moderni imprenditori, liberi professionisti, ambasciatori del “made in Italy” con un collegamento costante tra i Paesi di lavoro e l’Italia, una sorta di “pendolari” del lavoro all’estero. L’apertura a Palazzo Italia dei primi desk (Acerenza, Sant’Angelo Le Fratte, Picerno) e contiamo di aprirne entro la fine dell’anno una trentina, attraverso accordi di cooperazione istituzionale con le Amministrazioni Comunali, a costo zero, risponde a più esigenze e soprattutto a quella di garantire assistenza e consulenza ai nuovi flussi migratori “pendolari” nel senso che trascorrono all’estero il tempo necessario per svolgere la propria attività e poi tornare a casa. Si aprono adesso i mercati dell’Est Europa e dei Balcani non solo per favorire l’arrivo di visitatori ma anche per nuove opportunità per le attività produttive, specialmente del settore alimentare e della piccola e media impresa. Abbiamo creduto e continuiamo a credere nella promozione culturale, storica, economica, turistica dei nostri borghi. Il nostro auspicio è che l’istituenda Camera unica di Commercio della Basilicata, con l’accorpamento di Potenza e di Matera, possa rappresentare un’antenna di collegamento con la nostra attività e quella dei Comuni per potenziare l’iniziativa di internazionalizzazione delle nostre imprese”.