Principale Politica Diritti & Lavoro La mia vita  fin qui –( speranza – amore – amicizia)

La mia vita  fin qui –( speranza – amore – amicizia)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una storia vera di una ragazza come  Mariella Scaringella che non vuole arrendersi.

La mia vita  fin qui –( speranza – amore – amicizia),Vangelo di luca – amare il prossimo come te stesso……………-come io ho amato voi – per la vita eterna

(Solo pochi lo sanno – sono infelici tutti gli altri)

Sono nata in Italia nel dicembre 1994, pochi mesi dalla mia nascita mi sono trovata in un Istituto

Nell’Italia Centro-Meridionale gestito da Istituzioni Religiose, un Sacerdote, una Suora che chiamavo  mamma. Erano passate di lì tante coppie per adottarmi (poiché la mia mamma biologica  aveva rinunciato a me,  per le mie condizioni fisiche (Atassia – ritardo nel linguaggio – iperattività) .

L’ultima coppia, i miei attuali genitori adottivi, i quali mi hanno riferito poi, di avermi trovato in un ambiente tenuto bene, pulito, con qualche dubbio nella esatta e regolare gestione.

Avevo 3 anni e mezzo, pesavo 13 kg, e calzavo 19,  era il 22 maggio del 1998 quando mi sono venuti a conoscere e quando sono usciti dall’autostrada mia mamma ha sentito le campane di una Chiesa (questo le è successo ogni volta che usciva dall’autostrada per venirmi a trovare), e aveva anche nausee, che poi ha scoperto di essere anche incinta.Questa volta era stato il Presidente del Tribunale dell’Aquila, visto che  non si riusciva a trovare una coppia disposta ad adottarmi, poiché mi  rimanevano pochi mesi di vita, (secondo cio’ che si affermava in base alla mia salute) tant’è che il Presidente, che  si era affidato alle amiche di mamma, Suore di Chieti di trovare una famiglia per adottarmi, ha pure telefonato poi a mamma offrendogli un’altra bambina, senza problemi, poiché io non ce l’avrei fatta a vivere.

Mamma e Papà mi hanno riferito che non avevo un bel aspetto, quando sono venuti a conoscermi,  non mi reggevo in piedi, cadevo, mi lasciavano per terra perché aggrappandomi ad una scopa dovevo sollevarmi da sola, capelli cortissimi, occhi storti,  viso contratto senza la luce di un sorriso, si vedeva che non ero felice, non parlavo tanto a mala pena ho chiesto i loro nomi a quello di Papà mi sono soffermata non conoscendo il nome Giuseppe, ma a quello di Pino, Peppe,  gli sono volata in braccio e l’ho chiamato Papà  Peppe.

Il Sacerdote e la Suora, avevano capito, che questa volta, anche con l’aiuto delle Suore di Chieti  si faceva sul serio, loro percepivano 5.000.000 milioni al mese per me, e per altri bimbi, con altre malformazioni anche 10.000.000 milioni al mese, mi hanno battezzata subito (Battesimo poi  rifatto dai miei genitori).

Non mangiavo pasta, non bevevo latte, mi mantenevano con i fruttoli e pollo (si coscette tutte bruciate che io lasciavo nel piatto, una volta anche alla presenza di mamma) e quando venivano a  trovarmi e finivo un fruttolo io ne chiedevo un altro, la risposta ere: vuoi ancora un altro? Ecco come mi tenevano!!!!  Sicuro che non avevo la massa muscolare, certo sarei morta se sarei rimasta li da loro. Appena uscita da li una prima domenica che mi hanno portato fuori, siamo andati al Convento delle Suore amiche di Mamma e lì ho divorato un piattone di pasta e bevuto anche il latte.

Purtroppo mia mamma ha perso il bimbo che aveva in grembo perché una domenica ha litigato con la Suora che io chiamavo mamma,  per  le condizioni che ogni volta mi trovavano ( ematomi, irritazioni, bernoccoli etc)  non ce l’ha fatta più (non sapendo che il Presidente del Tribunale aveva già sottoscritto il provvedimento di affidamento) le ha cantate, ma questo gli ha creato una forte agitazione tanto da perdere il bimbo che aveva in grembo. Ma lei l’ha presa in un modo diverso, che Gesù l’ha fatta uscire incinta per dargli il senso di maternità verso di me.

Arrivata a casa, dove ho mangiato tutto, mi hanno iscritta all’asilo, anche perché mamma e papà lavoravano in un due diversi studi notarili. Qui sono caduta più volte, perché barcollavo e ad una più minima spinta cadevo e più volte mi hanno portato in ospedale dove mi sono anche messa dei punti. Sono stati belli quegli anni tutti mi  volevano bene, zii, cuginetti, nonni e anche all’asilo gli insegnati , la Preside e tutti gli altri. Ricordo che si organizzavano molti giochi, molte pesche di beneficienza, presenziava quasi sempre il Sindaco di allora Di Cagno Abbrescia che mi portava sempre in braccio, dopo qualche anno, quando lo incontravo mi diceva Mariella prima ti potevo portare in braccio ora no sei una donna  (perché glielo chiedevo sempre) quello è stato il mio Sindaco.

Sono trascorsi i primi quattro anni molto belli, sino a quando un’amica (poi amica!!!) che mi seguiva il pomeriggio per i compiti, che abitava vicino casa, un giorno mi rivela che sono stata adottata, dicendomi: che quelli non sono i tuoi veri genitori, che la tua mamma ti ha lasciato perché era povera ettc, alla presenza delle sue due figlie poco più grandi di me che ridevano.

Mi è caduto il mondo addosso, da quel momento la mia vita, il mio comportamento, il mio io ha subito un trauma, ho iniziato a fare delle domande strane ai miei genitori, che non si spiegavano il motivo, e anche il perché del comportamento che assumevo, molto educato e rispettoso nei confronti della mia insegnate del doposcuola e capriccioso, isterico e disobbediente nei loro confronti.

Lo stesso giorno della rivelazione sono scappata di casa con il grembiulino azzurro che non mi ero ancora tolto perché appena arrivata dalla scuola elementare, ho messo dietro la porta lo sgabello ho spostato il chiavistello e sono scesa giù per strada, ho attraversato la strada (pericolosa) e mi hanno bloccata all’ingresso del CUS (subito dopo è arrivato mio padre, segnalato il mio percorso da dei muratori che erano nel vicino palazzo) perché voleva gettarmi in piscina per non pensare, ma di questo gesto non ho dato spiegazione ai miei genitori.

E’ stato il primo giorno di ferie nell’agosto dell’anno dopo (quindi passato un anno e mezzo immaginate cosa hanno passato i miei genitori, non ce la facevano più) era l’anno 2002, che in macchina seduta dietro con mamma ho chiesto di togliermi un grosso peso dentro di me, e ho pronunciato “VOGLIO CONOSCERE I MIEI VERI GENITORI” MIA MAMMA  E MIO PADRE allibiti , subito mi chiesero da chi e come mi avevano riferito una tale bugia,  ho risposto che questo lo ricordavo anche se ero piccola. Certo non mi hanno creduto anche per il mio comportamento cambiato, tiravo capelli calci a bambini che non mi davano i loro giocattoli ero gelosa con i bimbi con i loro genitori.

PAPA E MAMMA sono stati sempre presenti, temevano per i miei gesti, gelosie e danni che avrei potuto creare, così d’accordo con la Madre Superiore del Convento di Chieti sono stata lì per alcuni giorni e dopo qualche giorno ho dovuto rivelare chi ha fatto quelle rivelazioni.

Poi ho frequentato lì le medie ad una scuola statale e poi tre anni si scuola superiore paritaria il

Mecenate. Poi nel 2012 dopo una caduta, per la quale sono stata operata al braccio sinistro, sono ritornata a casa, ho nuovamente frequentato il III° anno e poi il IV° e il V° alla scuola statale per il Commercio N. Tridente di Bari. Ma alla fine ho conseguito solo Crediti Formativi  e quindi  come titolo ho solo la licenza media: Mamma ha fatto di tutto, d’accordo con la Preside dello stesso Istituto di iscrivermi nuovamente a scuola  per frequentare almeno un altro anno il III° sez. Turismo al fine di conseguire una qualifica, ma né il Provveditorato né la Regione Puglia  MIUR Res. all’istruzione hanno provveduto per l’insegnante di sostegno, anche se la Provincia avrebbe anche mandato un’educatrice, anche se ho ancora diritto fino al 22° anno di età.

Ero molto felice di ritornare nella mia scuola, riabbracciare i miei compagni  che mi aspettavano a braccia aperte, ma quel giorno tanto sperato non arrivava.

Mamma ogni giorno si recava all’assessorato, poi al provveditorato e al MIUR della Regione, ma nessuno dava risposte, si scambiavano le responsabilità. Poi sono cambiati i Dirigenti Regionali,  mia Nonna Donna Assunta Almirante ha anche telefonato (alla luce di tutte queste difficoltà) a Michele Emiliano che le è molto amico gli ha chiesto di interessarsi della questione. Ha affidato la pratica all’assessore Leo Sebastiano, che si è interessato tramite la sua responsabile ma anche con questa strada non si è venuto a capo di niente.

Intanto mi vedevo scemare la mia volontà di ritornare a scuola, i giorni passavano e mi abituavo sempre più a non far niente,  a mangiare di tutto e di più,  tanto da raggiungere i 65 Kg. Di peso.

Mia mamma su tutte le furie, mi ha fatto fare l’analisi di sangue (oltre integratori a gocce e granuli omeopatici)per controllo del colesterolo (quello brutto) che già lo avevo alto, ed è venuto fuori che questa volta aveva raggiunto i 320, il medico curante mi ha subito prescritto la pillola, ma io non riesco tanto a ridurre la pasta (anche se i miei genitori mi dicono sempre che sono a rischio che devo mangiare più verdura, frutta e non carboidrati).

Persino la mia nonna Donna Assunta, il mese scorso che sono stata da lei, mi ha rimproverato e mi ha detto che mi impediva di ritornare da lei se non avessi perso  almeno 5 kg.

Sono stata a Roma, dopo la visita qui in Puglia del Prof. Genovesi dell’Umberto I° di Roma, ad effettuare esami di mineralogramma e Genetici , per avere un quadro più completo della mia salute, da una bravissima e bellissima dottoressa (che guarda caso sua mamma è di Fasano e suo padre è anche pugliese).

Ritornando un po’ indietro, sia la mia volontà di ritornare a scuola, sia l’effettuare i prelievi e l’andare a Roma, nonché la mia vicinanza ai ragazzi disabili, lo devo essenzialmente al mio incontro nell’estate del 2014 dei Ragazzi dei Braccialetti Rossi, avvenuto nel complesso residenziale dove io abito, dove sono venuti a registrare alcune scene.

E’ stato bellissimo, i Ragazzi, Andrea Corbi, il Registra Giacomo Campiotti (che dal primo momento mi ha nominata sua aiuto regista)  tutti mi hanno voluto, da subito un gran bene,

ho trascorso la più bella settimana della mia vita. Ho ascoltato, questa volta, mamma che mi ha sempre ripetuto, “Se vuoi che nella vita quella cosa succeda o quell’incontro si avveri, non devi far altro che ripetertelo sempre nella tua mente molte volte al giorno, prima o poi si avvererà il tuo Desiderio” perché la nostra mente

ha le antenne potentissime che  arrivano nell’universo che è amore, se tutto quello  che chiedi è giusto il tuo desiderio si avvererà.

Così è stato per i Ragazzi dei Braccialetti Rossi, per il Volo, per Berlusconi (che io chiamo nonno che è bravissimo perché mi abbraccia sempre quando mi incontra e fa aspettare tutti gli altri )   per Laura Pausini, Giovanotti, Vasco Rossi,  Enrico Ruggieri ettc.Adesso voglio incontrare Andres Gill (che sta lavorando con Andrea Corbi).

Grazie ai Ragazzi dei  Braccialetti Rossi  ho accettato i disabili  ed ho capito il motivo, perché non mi accettavo io.

E’ continuata la mia  avventura con i Ragazzi-un braccialetto rosso lo sono diventata anch’io.

Sono stata con loro anche nell’estate del 2015, sia a casa e sia a Fasano  al Ciasu e ho preso parte ad   una comparsa in ospedale e spero di vederli spesso, loro mi mancano!!! Giacomo è come un secondo papà e loro come i miei  Amici fraterni.

Ho imparato a memoria tutte le scene dei Braccialetti Rossi, e una volta ho aiutato Cris (Aurora la mia preferita) a ripassarne una. Aurora è rimasta meravigliata della mia memoria. Chissà se CARLO DEGLI ESPOSTI, che mi conosce, un giorno mi vorrà nel  cast di un suo film, chissà se nel film in prossima proiezione voglia raccontare anche la mia storia CERTO QUELLA CHE FIN QUI HO RACCONTATO!!!!!.

Giacomo mi ha invogliato ad andare a scuola teatrale, mi sono iscritta al Kismet e ho frequentato il primo anno, Abbiamo preparato Romeo e Giulietta  a fine anno è stato bello.

Io sono sola, ho pochi amici, alcuni sono anche fuori città, non voglio frequentare le Associazioni – Chiese e Organizzazioni perché ci sono i disabili , spaventata di quei luoghi quando ho frequentato un’associazione, dove vi era una che mi toccava, gridava, non era proprio normale e io le mantenevo le distanze.

Voglio un fidanzato, ma mamma mi dice sempre che il fidanzato lo diventa chi ti è prima amico, bisogna prima conoscersi e non lo si chiede ad ogni bel ragazzo che incontri, ma io non l’ascolto mai e mi viene sempre male.

Non ascolto mai mamma che mi dici come devo comportare, rispondere, non alzare la voce, anche perché ho un carattere forte, molte volte non ne può più e mi dice che qualche volta chiamerà il 118. Anche perché non ha avuto mai supporto dalle istituzioni locali. I miei genitori hanno sempre pagato di tasca loto i psicologi, di Bari, Mola di Bari, Adelfia, fatta visitare da medici che all’inizio non sapeva quale farmaco mi facesse bene, e li hanno cambiati più volte.
La Regione Puglia (benedetto Vendola!!) è ancora oggi sprovvisto di psicologi in campo cognitivo, come indicato dall’ospedale Tor Vergata di Roma, che asserivano essere un diritto improrogabile.

Oggi sono una ragazza felice con il mio cane di nome Luna, il mio coniglietto Macchiolino (bianco e nero perché sono tifosa della juve) ho anche incontrato Del Piero che mi ha dato un fortissimo abbraccio e Marotta mi  ha fatto consegnare dei ricordini.

La mia cantante preferita che ho incontrato più volte e conosciuto sorella e mamma è Cristina d’Avena , conosco tutte le sue canzoni e vedo  spesso i cartoni animati.

SCARINGELLA MARIELLA

La nostra redazione è aperta ad ogni suggerimento, consiglio e collaborazione per poter aiutare Mariella.

redazione@corrierepl.it

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