Principale Arte, Cultura & Società Le case hanno un’anima?

Le case hanno un’anima?

di Veronica Marino

E se le case avessero un’anima? Siamo certi che tutto ciò che vediamo e percepiamo con i nostri sensi sia tutto ciò che esiste? Cosa c’è nei muri, negli arredi, nei soprammobili che ci circondano quotidianamente? Risponde a queste e ad altre domande Caterina Locati, un architetto che da anni approfondisce il tema dell’abitare alla scoperta de ‘La vita segreta delle case‘, come recita il titolo del suo libro, pubblicato di recente da Uno Editori (pp.184). Cosa si nasconde, dunque, nelle case? “Nelle nostre case si cela una vita segreta e silenziosa – racconta Locati all’Adnkronos – che può condizionare le nostre emozioni, pensieri, e addirittura parole e azioni, quasi come se le case fossero organismi viventi che interagiscono con noi, organismi che hanno un’anima”.

E come è possibile accorgersene? “La strada che ho individuato essere davvero intrigante consiste nell’acquisire una nuova consapevolezza dell’effetto che noi possiamo avere sull’ambiente in cui viviamo, e non mi riferisco a cambiamenti fisici/estetici, e di quanto un ambiente possa a sua volta condizionare profondamente la nostra vita. Per ricevere profondi benefici dalla nostra casa, può essere sufficiente scoprire la profonda connessione che ci lega ad essa, andando a sondare livelli di realtà che vanno oltre quello visibile e tangibile“.

Lei come è arrivata a comprenderlo? “Il tutto è partito da un percorso di crescita personale che iniziai nel 2008, quando appresi la tecnica Psych-K. Allora lavoravo come architetto ma ero alla ricerca di qualcosa di nuovo. E’ stato poi centrale l’incontro con la ‘Biologia delle Credenze’ di Bruce Lipton – racconta Locati – Grazie a lui ho scoperto, infatti, quanto l’ambiente potesse condizionare addirittura la nostra biologia. Lipton evidenzia come, mettendo delle cellule in un ambiente sano, queste prosperano; le stesse identiche cellule in un ambiente non sano, deperiscono. Così ho avviato una ricerca durata diversi anni per trasportare questa visione al rapporto uomo-casa/ambiente abitato. L’ambiente in cui viviamo, tutto ciò che contiene, mobili, arredi, tessili, suppellettili, ha un effetto enorme sul nostro corpo e sulla nostra psiche, in una parola sul nostro benessere. Ma non mi riferisco in questo caso ai fattori classici vale a dire ai colori, alle luci, alle forme o alla presenza di inquinanti, quanto a fattori non visibili”.

“Come i più recenti studi di fisica quantistica hanno dimostrato – entra nel merito l’architetto – ciò che ci sembra solido e tangibile è in realtà una forma molto condensata di energia. Questo vale per un muro o un mobile, ma anche per il nostro corpo. E, dato che l’energia si propaga attraverso le onde, diventa facile comprendere come il nostro campo energetico sia influenzabile dal campo energetico dell’ambiente in cui viviamo e viceversa. Chiunque di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita di entrare in un ambiente e non sentirsi a proprio agio, sebbene questo ambiente fosse esteticamente gradevole. Oppure è entrato in una casa vecchia e non troppo curata sentendosi, invece, immediatamente accolto e protetto. Queste sensazioni – spiega Locati – derivano dall’interazione tra il nostro campo energetico e quello della casa”.

“Nella mia attività – racconta Locati – spesso mi capita di ascoltare persone che non si sentono accolte dalla propria casa oppure non riescono a creare armonia con i familiari quando sono in casa o ancora, se la casa è anche il loro luogo di lavoro, non riescono ad essere produttivi quanto lo sono in ufficio. In questi casi, aiutando la persona a prendere più consapevolezza della propria relazione con il luogo, possono avvenire dei cambiamenti davvero forti e risolutivi senza stravolgere nulla in casa. Ogni ambiente ha il potenziale per essere trasformato in un luogo positivo e rigenerante e ne ‘La vita segreta delle case’ approfondisco proprio il ‘come'”.

Un ‘come’ al quale Caterina Locati sta dedicando gran parte delle proprie energie, tanto che oggi non svolge più la professione di architetto in senso stretto, ma aiuta “le persone a trovare una nuova armonia con gli spazi in cui abitano o lavorano, per raggiungere livelli di benessere più evoluti e profondi, e per avere più tempo ed energia per godersi la vita”. E, in parallelo, aiuta “gli architetti a scoprire il proprio potere personale e ad integrare le proprie ‘soft skills’, così importanti oggi per avere successo e differenziarsi dalla massa”. Per questa ragione oggi fa sessioni di crescita personale ed è promotrice di corsi molto particolari. “Per esempio – racconta – a settembre dello scorso anno ho avviato insieme all’imprenditore Eusebio Gualino un percorso esclusivo per architetti (li abbiamo chiamati ‘Architetti 5D’)”.

“Ogni due mesi circa ci troviamo e affrontiamo tematiche che in nessun altro corso di formazione vengono trattate: puntiamo sulla crescita personale – evidenzia Locati – sul benessere indoor evoluto, sulla figura dell’architetto come imprenditore e non solo come professionista, dando in parallelo strumenti pratici per migliorare concretamente la professione (Storytelling, Personal Brand, Public Speaking). In tutto questo percorso personale la fisica quantistica e l’epigenetica sono state le mie ancore di sicurezza, discipline che ho appreso nei loro contenuti più semplici ed ormai diffusi, per aiutarmi a delineare una nuova visione del rapporto uomo-ambiente. Avendo una mente razionale, avevo bisogno di trovare delle conferme a ciò che il mio cuore e le mie intuizioni mi suggerivano. Una volta trovate queste conferme, mi sono sentita anche più sicura della strada che avevo scelto di intraprendere”.

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