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Migranti!

Continua la strage degli emigranti tra respingimenti, porti chiusi, rifiuti all’accoglienza ed alla solidarietà, gravissime violazioni dei diritti umani tutelati dai trattati internazionali. I migranti non muoiono più in patria ma in mare per fame, freddo e malattie con buona pace del Ministro  Salvini e nell’indifferenza dell’Europa e della Comunità Internazionale. Una Vergogna infinita !!!!

Ancora una  strage di migranti annegati a  causa dell’affondamento della loro imbarcazione, autentica carretta del mare, avvenuto in acque internazionali a 40 miglia dalla città di Sfax in Tunisia. I numeri definitivi di questa ennesima tragedia non sono stati ancora accertati: per il momento si sa che 16 persone sono sopravvissute, messe in salvo da alcuni pescherecci tunisini nella zona. All’operazione di recupero ha partecipato la Marina militare tunisina. L’unico dato attendibile  è che sono stati recuperati quattro corpi senza vita, ma stando al racconto dei sopravvissuti, a bordo dell’imbarcazione partita dalla città libica di Zuara giovedì dovevano esserci circa 70-80 persone. Insomma il numero di dispersi, annegati in mare, potrebbe essere circa 60. La maggior parte dei migranti proveniva dai Paesi dell’africa subsahariana, ma in molti arrivavano dal Bangladesh e dal Marocco. Quello che è certo è che sono riprese in forma massiccia le partenze dei migranti dal Nord Africa mentre, nel contempo, non va sottovalutato il rischio che la situazione si aggravi a causa della crisi libica; in proposito le agenzie di stampa più informate, fanno sapere che sono pronti diverse migliaia di disperati che aspettano di fuggire e mettersi in salvo da una cruenta guerra fratricida. Nello stesso giorno AlarmPhone, il call center di attivisti di WatchTheMed, che aiuta i migranti in difficoltà, aveva lanciato un allarme per un’imbarcazione partita dalla Libia con un centinaio di persone che si trovava  in grave difficoltà. Ma non è stato chiarito quale sia stata la loro sorte in mare: se intercettati dalla cosiddetta Guardia costiera libica o se, come è più probabile sono morti annegati. Altri 70 giovani, tutti uomini, sono invece stati soccorsi e recuperati a sud di Lampedusa da tre motovedette italiane e sono stati fatti sbarcare nell’isola. “Qui entrano tutti”, ha confermato il sindaco Totò Martello, “i porti sono aperti o sono chiusi?. Ce lo spieghi Matteo Salvini”. Intanto la nave Mare Jonio, dopo aver ricevuto il via libera ha soccorso 30 persone ormeggiando a Lampedusa; i migranti sono stati fatti scendere: tra loro due donne incinte, una bambina e anche quattro minori non accompagnati. Le persone sono di differenti nazionalità tra cui Bangladesh, Liberia, Mali, Camerun, Sudan, Burkina Faso, Ciad, Nigeria, Costa d’Avorio. Ancora in mare, l’imbarcazione della piattaforma Mediterranea Saving Humans era stata sottoposta a un “controllo di polizia” e fonti del Viminale indicano che la Guardia di Finanza starebbe procedendo a un “sequestro di iniziativa” e che  per questo motivo il rimorchiatore sarebbe stato autorizzato a raggiungere Lampedusa. In seguito a questo atto la Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati il comandante per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La stessa Procura di Agrigento ha tempo poi 48 ore per valutare se confermare il sequestro della nave o restituirla a Mediterranea, come era peraltro accaduto dopo l’operazione di soccorso dello scorso 19 marzo. L’indagine ipotizza anche, a carico dei 30 migranti salvati in acque libiche, il reato di clandestinità. Puntuale la replica della Ong: il “Sequestro è un atto per tentare di fermarci. Ma l’importante per noi è che le persone siano salve. Unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia”.
Anche la nave Stromboli della Marina militare italiana con a bordo i 36 profughi, soccorsi giovedì dalla nave della Marina militare italiana Cigala Fulgosi  è approdata al porto militare di Augusta (Siracusa) ricevendo aiuto e soccorso. Va ricordato, in questo caso, che trovandosi su una nave della Marina militare, i migranti soccorsi erano di fatto già sul territorio italiano: presupposto che non ha lasciato altra scelta al governo italiano, se non l’approdo in un porto italiano. La Marina militare ha spiegato il pattugliatore Cigale Fulgosi fa parte dell’Operazione Mare Sicuro, “assegnata dal Governo e dal Parlamento e finalizzata a proteggere gli interessi nazionali nel Mediterraneo centrale”. Il tutto è accaduto nonostante le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che giovedì aveva rimarcato la (presunta) chiusura dei porti italiani. Ieri ancora un quarto sbarco in un porto italiano quello di Crotone dove hanno trovato riparo e salvezza  63 migranti  partiti dalla Turchia che erano stati salvati dalla guardia costiera e che si erano venuti a trovare  in condizioni di massima criticità con bufere di acqua e di vento ed il rischio di annegare. Il titolare del Viminale presa carta e penna ha scritto al Premier Conte ed al Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi per sollecitare “un salto di qualità in materia di rimpatri e  per chiedere la stipula di nuovi accordi con i Paesi  di origine degli stranieri condizionati  all’accettazione di una quota di migranti irregolarmente presenti in Italia. Ma tutto questo non basta, l’inquieto Salvini  annuncia e pubblica la bozza di un decreto sicurezza bis con cui intende riscrivere  le competenze sui transiti  in mare attribuendo al Viminale e sottraendola a quello delle Infrastrutture quella di  limitare o vietare il transito e/o sosta nel mare territoriale “ qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica” Il decreto  prende di mira  le navi delle ONG prevedendo una sanzione ( da 3.550 a  5.500 euro per ogni straniero trasportato o, nei casi più gravi la revoca della licenza) per chi nello svolgimento di operazioni di soccorso in acque internazionali non rispetta le istruzioni operative  delle autorità SAR (Centro di ricerca e soccorso) competenti o quelle dello Stato di bandiera. Ovvie e scontate le proteste di Di Maio e dei pentastellati che fanno sapere che in materia viaggiano su binari molto distanti con quelli di Salvini e che ostacoleranno con tutti i mezzi a disposizione in nuovo decreto. Il vice premier della Lega sembra non ammorbidire la sua linea dura verso i migranti e va per la sua strada, ma la gente  che gli aveva concesso fiducia pian piano incomincia a non gradire questa sua politica che se per un verso ha prodotto tra il 2018/2019 un contrazione degli sbarchi pari all’85% rispetto al 2017 per altro verso ha inciso ed incide negativamente in materia demografica, di economia ed occupazione sottraendo ad imprese ed aziende una forza lavoro di grande aiuto ( al netto delle aberrazioni del tipo: 18 ore di lavoro al giorno a fronte di una retribuzione di 5/7 euro al giorno). Un segnale viene dalle elezioni siciliane, la Lega era data nelle previsioni in forte crescita ma il risultato delle urne è stato di segno diverso con il Movimento 5 Stelle che fa un discreto passo in avanti e con la Lega di Salvini che perde alcune importanti  roccaforti.

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione de “CorrierePl.it”

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