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Chiesa di Bergoglio è in pieno fallimento dopo le parole di Benedetto XVI 

Pierfranco Bruni
Una pertubarzione ecclesiastica si muove nella chiesa di Bergoglio.  La “brigata” o la “lobby” di papa Bergoglio è alle strette.  Bisogna dare il necessario spazio al tempo e alla considerazione dei fatti.
Che è una Chiesa allo sbando  quella del relativista Bergoglio lo dico da anni, tanto da essere stato censurato e inquisito dalla sua inquisizione, questo gatto è cosa nota. Cacciato dalla Chiesa bergogliana. I miei scritti censurati e censurato anche un confronto con i potentati di questa Chiesa. Ma a dire il vero sono abbastanza onorato che ciò sia successo, perché non ho nulla a che fare con i para illuministi, gli abortisti e i provocatori delle immigrazioni.
Ora è Benedetto XVI che alza le parole e punta l’obiettivo del suo linguaggio in una riflessione attenta, precisa, tradizionalista sul ruolo che dovrebbe avere la chiesa e i cattolici veri e non quelli della apparenza monologante. Non batte il pugno sul tavolo. Più grave.
Con la sua formazione filosofica e teologica ci pone davanti a delle questioni serie. Dove va il mondo cattolico in queste macerie di “sacramenti”? Le rovine della “fede” si ascoltano tra i diversi agorà. La tradizione come valore sottomessa alla leggerezza del pensiero vacante. Benedetto XVI  ha richiamato alla cristianità e non ci sono state risposte da parte dei bergogliani.
Si ha timore a dare una risposta. Soprattutto quando l’attenzione è rivolta alle nicchie, che tali non solo, dei pedofili e degli omosessuali che abitano il papato di Bergoglio. Ma il discorso è ancora più profondo. È il relativismo di questo papato che ha permesso ciò. È il relativismo di Bergoglio che di contrappone ad una politica sulla immigrazione. È il relativismo delle chiese di Bergoglio che non riescono a dare una risposta robusta ad una teologia della cristianità degli immigranti o migranti.
Nell’aria ci sono sempre gli echi di Ratisbona. Quando Benedetto XVI pose le basi di una teologia forte del cristianesimo attraversando antropologia e filosofia. Il problema, comunque, è gravissimo. I cattolici si bendano gli occhi non sapendo che lo sguardo va oltre. Certo. Io sto con Benedetto XVI. Non posso accettare una Chiesa leggera e feconda di superfiacialismo. Le parole del grande papa Benedetto sono sfide e razzi lanciati nel grecce dei cattolici e non cattolici.
Pierfranco Bruni
Una pertubazione ecclesiastica si muove nella chiesa di Bergoglio.  La “brigata” o la “lobby” di papa Bergoglio è alle strette.  Bisogna dare il necessario spazio al tempo e alla considerazione dei fatti.
Che è una Chiesa allo sbando  quella del relativista Bergoglio lo dico da anni, tanto da essere stato censurato e inquisito dalla sua inquisizione, questo gatto è cosa nota. Cacciato dalla Chiesa bergogliana. I miei scritti censurati e censurato anche un confronto con i potentati di questa Chiesa. Ma a dire il vero sono abbastanza onorato che ciò sia successo, perché non ho nulla a che fare con i para illuministi, gli abortisti e i provocatori delle immigrazioni.
Ora è Benedetto XVI che alza le parole e punta l’obiettivo del suo linguaggio in una riflessione attenta, precisa, tradizionalista sul ruolo che dovrebbe avere la chiesa e i cattolici veri e non quelli della apparenza monologante. Non batte il pugno sul tavolo. Più grave.
Con la sua formazione filosofica e teologica ci pone davanti a delle questioni serie. Dove va il mondo cattolico in queste macerie di “sacramenti”? Le rovine della “fede” si ascoltano tra i diversi agorà. La tradizione come valore sottomessa alla leggerezza del pensiero vacante. Benedetto XVI  ha richiamato alla cristianità e non ci sono state risposte da parte dei bergogliani.
Si ha timore a dare una risposta. Soprattutto quando l’attenzione è rivolta alle nicchie, che tali non solo, dei pedofili e degli omosessuali che abitano il papato di Bergoglio. Ma il discorso è ancora più profondo. È il relativismo di questo papato che ha permesso ciò. È il relativismo di Bergoglio che di contrappone ad una politica sulla immigrazione. È il relativismo delle chiese di Bergoglio che non riescono a dare una risposta robusta ad una teologia della cristianità degli immigranti o migranti.
Nell’aria ci sono sempre gli echi di Ratisbona. Quando Benedetto XVI pose le basi di una teologia forte del cristianesimo attraversando antropologia e filosofia. Il problema, comunque, è gravissimo. I cattolici si bendano gli occhi non sapendo che lo sguardo va oltre. Certo. Io sto con Benedetto XVI. Non posso accettare una Chiesa leggera e feconda di superfiacialismo. Le parole del grande papa Benedetto sono sfide e razzi lanciati nel grecce dei cattolici e non cattolici.

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