Principale Politica Diritti & Lavoro Un progetto  dedicato alle mutazioni genetiche

Un progetto  dedicato alle mutazioni genetiche

Promosso dalla Associazione Gabriel. Con un approccio integrato, psicologico e nutrizionale è rivolto alle donne con patologie eredo familiari

BARI – Grande attenzione dell’Associazione Gabriel, onlus per l’umanizzazione delle cure in oncologia, alle patologie eredo familiari. Quelle stesse che, negli anni scorsi costrinsero Angiolina Jolie a prendere decisioni decisamente radicali e delle quali se ne fece un gran parlare.

Una presa di coscienza da parte della Gabriel che per questo, mesi or sono, ha dato vita al progetto “ACHESO” rivolto alle donne affette da cancro al seno con mutazione genetica BRCA 1, 2 e triplo negativo, una forma di cancro particolarmente aggressiva.

Sostenuto dalla Susan G. Komen offre, attraverso un approccio integrato, supporto psiconcologico e nutrizionale.

Il progetto, della durata di un anno, è in corso di svolgimento nel reparto per la presa in carico globale del paziente Don Tonino Bello, diretto da Geny Palmiotti, all’interno dell’IRCCS. Attualmente e a pochi mesi dalla sua attuazione, le pazienti affette da carcinoma mammario con particolare attenzione ai triple negative e BRCA 1/2 sono 23, ma il progetto ne prevede sino a 50.

Nella programmazione merita particolare attenzione il triple negative, poiché presente nelle mutazioni a carico del gene BRCA1. A questo proposito, con l’immunoterapia, si stanno facendo passi da gigante nel trattamento di questa patologia piuttosto aggressiva e il reparto diretto da Palmiotti è particolarmente votato al problema.

“Il progetto ACHESO –spiega la presidente dell’Associazione Gabriel, Antonella Daloiso – ha come obiettivi la presa in carico integrata nella valutazione del rischio oncogenetico, la definizione di programmi personalizzati, psicologici e di educazione alla corretta nutrizione  nella gestione del rischio e nella sorveglianza clinica, oltre che supportare la comunicazione all’interno della famiglia”.

“In particolare – aggiunge Maria Ronchi, coordinatrice del progetto – intendiamo favorire l’adattamento psicologico al cambiamento dettato dalla nuova condizione di portatore di mutazione e dell’immagine corporea per le pazienti che decidono di sottoporsi all’intervento di mastectomia bilaterale per ridurre il rischio. E, a monte, sostenere l’autonomia decisionale delle pazienti se eseguire o meno i test genetici”.

Grande spazio il progetto riserva anche all’aspetto nutrizionale. “Una corretta alimentazione –spiega Maria Grazia Forte, medico nutrizionista che cura questo aspetto del progetto – è fondamentale sia nella prevenzione dei tumori, sia in fase di malattia conclamata. Pochissimi pazienti ne sono a conoscenza: per questo motivo l’attività di supporto di nutrizione clinica ha come obiettivo renderli consapevoli della necessità di alimentarsi in maniera differente e aumentare, attraverso la nutrizione l’efficacia delle terapie riducendo, nel contempo, gli effetti collaterali”.

(mtc)

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