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I provvedimenti socio/economici di questo Esecutivo, a parer nostro, non scalfiranno il disagio per una situazione sociale “borderline”. L’attuale manovra economica potrebbe essere un problema. I sacrifici, almeno sino ad ora, ci sembrano una strada a senso unico e gli effetti positivi, se ci saranno, non riusciamo neppure a immaginarli. Eppure la fantasia non ci manca. I sacrifici non si diminuiranno. I provvedimenti dell’Esecutivo daranno una spallata all’imprenditoria che avrebbe dovuto rappresentare la valvola di sfogo per un’economia meno nazionale e più europea.

La minore liquidità, conseguenza dell’aumentato costo del denaro, ha frenato anche la più timida manifestazione di ripresa produttiva e vivere nell’area Euro è più una necessità, che una convinzione. Se il termine “regressione” può aumentare le perplessità per il nostro futuro, non sapremmo quale altro termine usare per focalizzare la nostra situazione. Del resto, anche sul fronte politico non riusciamo a intravedere una “maggioranza” capace di rimpiazzare la nostra realtà. Attuata una riforma previdenziale, ci saranno da ritrovare nuovi stimoli occupazionali. Obiettivo, ovviamente, non facile che potrebbe determinare attriti tra politici ed industriali. Tra l’altro, anche la questione “morale” non dovrà essere tralasciata. I politici, ora, facciano bene il loro mestiere e null’altro.

Questo 2019, ci piaccia o no, è da affrontare con spirito differente dall’anno passato. Ci sono delle certezze democratiche da esaltare e non pochi politici da mandare in”pensione”.Con la primavera, i meccanismi sul Contratto di Governo saranno manifesti. Un tassello importante per dare un indirizzo all’Italia che dovrà ritrovare la sua posizione nello scacchiere europeo e mondiale.

Giorgio Brignola

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