Principale Politica Diritti & Lavoro Xylella, in duemila a Monopoli tra rabbia e speranza

Xylella, in duemila a Monopoli tra rabbia e speranza

MONOPOLI (Bari) – “Il sequestro dell’ulivo infetto di Monopoli, da parte della Procura di Bari, non è una buona notizia per l’olivicoltura pugliese”.

È quanto ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, commentando il sequestro dell’ulivo infetto ritrovato in agro di Monopoli e per il quale il proprietario aveva richiesto l’autorizzazione necessaria alla eradicazione.

“Rispettiamo la Magistratura, che fa il proprio lavoro in base alle leggi vigenti, segnaliamo tuttavia che, come messo in evidenza dalla scienza e dalla realtà dei fatti, impedire le eradicazioni non fa che accelerare l’avanzata del batterio – ha aggiunto D’Amico – Purtroppo, l’espansione della xylella non aspetta i tempi dei processi, né gli esiti dei ricorsi al Tar. E’ stato così per i contenziosi legali pendenti presso la Procura di Lecce, che a distanza di tre anni non sono approdati a nulla, e per quelli presentati al Tar dai proprietari di Oria e respinti alla fine del 2017. Anche dal punto di vista legislativo, occorre un intervento del Parlamento Italiano che dia gli strumenti normativi necessari ad accelerare le eradicazioni e tolga ai complottisti la possibilità di ostacolare la lotta contro la xylella e la rinascita dell’olivicoltura pugliese”.

“Oggi, di domenica, oltre 2mila olivicoltori hanno manifestato e marciato fianco a fianco proprio per chiedere questo: basta con i santoni, con i complottisti, perché se continuiamo a dargli corda impiccheremo l’agricoltura all’ultimo ulivo infettato, daremo il colpo finale per la trasformazione delle distese di ulivi in un deserto di alberi morti”, ha aggiunto Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Puglia.

IL GRIDO D’ALLARME DA MONOPOLI.

Tremila agricoltori alla grande manifestazione di Bari, altri 2mila a Monopoli: gli agricoltori sono gli unici ad aver capito che ci troviamo di fronte a un bivio. Basta con i ritardi sulla emergenza Xylella. Basta con i ritardi della politica e della burocrazia. È una emergenza e va trattata come tale. Come un terremoto, con fondi e poteri straordinari. Con fondi straordinari da destinare agli agricoltori e ai vivaisti danneggiati e a chi si impegna ad attuare le buone prassi, affinché l’olivicoltura pugliese non rimanga solo un triste ricordo e affinché centinaia di migliaia di famiglie – di agricoltori ma anche di braccianti e frantoiani – possano continuare a vivere e a presidiare le campagne. “Siamo per la ricerca, che va potenziata e sostenuta davvero. Soltanto la scienza può trovare una soluzione efficace contro il batterio. Siamo per le eradicazioni e per i reimpianti nelle zone compromesse, anche con altre specie arboree e con procedure di reimpianto semplificate. Vogliamo che il settore torni a essere produttivo, vivo, remunerativo. E’ necessario istituire una autorità unica di coordinamento, per gestire questa emergenza, con una legge speciale e con poteri straordinari che permettano di attuare quello che la scienza e le norme prevedono per bloccare l’avanzata del batterio, senza perdere ulteriore tempo, oltre quello già perso in 6 anni. Basta con i ritardi della Giustizia. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Lecce, partita tre anni fa ormai, non è approdata a nulla, se non aver bloccato il Piano Silletti. I ricorsi al Tar presentati nel novembre 2015 dai proprietari di Oria, ai quali era stata notificata l’ordinanza di eradicazione, hanno creato altri ritardi, altro spazio all’espansione del batterio. Affermiamo con forza il nostro SI alla scienza.  Che si applichino, dunque, i protocolli previsti dalla scienza e dalle norme per prevenire l’ulteriore espansione del batterio. Affermiamo con forza il SI al paesaggio. La Piana degli Ulivi Millenari va tutelata. Nel territorio della Piana, oltre a intervenire con i protocolli previsti dalla scienza per scongiurare il contagio, bisogna garantire il monitoraggio periodico. Lottiamo seriamente contro la xylella, altrimenti tra poco avremo solo il deserto”.

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