Principale Politica Diritti & Lavoro Il cervello spesso dimentica i dettagli

Il cervello spesso dimentica i dettagli

di Lia Pasqualina Stani

 

Il cervello umano è molto più efficiente nel ricordare il vago significato di una scena, rispetto ai suoi precisi dettagli: ce ne rendiamo conto quotidianamente, ma ora lo confermano un paio di studi presentati a novembre al meeting annuale della Society for Neuroscience, a San Diego.

Una possibile ragione di questa défaillance è di tipo evolutivo: per la nostra sopravvivenza è molto più utile ricordare un’idea astratta, rispetto ai singoli particolari. Immaginate di essere stati morsicati da un cane in un parco: non è fondamentale ricordare il colore del quadrupede, le sue dimensioni o l’aspetto del suo collare; è più importante sapere che se importuniamo un cane che corre libero all’aperto, può darsi che ci morda.

Ma la difficoltà a rammentare i dettagli ha anche una spiegazione che ha a che fare con il modo in cui le informazioni vengono immagazzinate – e quando serve, rievocate – nel cervello. Per capire a quali parti apprese si dia la priorità, nel ricostruire una scena, gli scienziati dell’Università di Birmingham (Regno Unito) hanno chiesto a 22 volontari di memorizzare 128 insolite coppie di oggetti che apparivano sullo schermo di un computer, formate da un elemento di contesto  e un oggetto.

Due giorni dopo, i ricercatori hanno presentato ai volontari soltanto l’immagine del contesto, e chiesto di ricordare l’oggetto abbinato. Gli intervistati sono riusciti a rammentare la categoria astratta di appartenenza dell’oggetto nella maggior parte dei casi. Durante questo sforzo, si è registrato un picco di attività nella neocorteccia (lo strato più esterno del cervello, deputato alle funzioni cognitive superiori) simile a quello che avviene durante il sonno, la fase principale di consolidamento di ricordi. Chi riusciva a ricordare la categoria astratta, nei 4 tentativi successivi è risalito all’oggetto specifico (“kiwi”) in molti casi.

Quanto osservato ha perfettamente senso, secondo gli scienziati. Quando vediamo una scena, il cervello analizza inizialmente i dettagli percettivi – colore, forma, orientamento – con i centri visivi. Queste informazioni sono poi inviate alla neocorteccia, dove avviene il consolidamento del ricordo nella sua forma astratta. Quando però rievochiamo, il processo avviene nell’ordine inverso: prima torna a mente la categoria generale, e poi, sforzandosi un po’, qualche particolare. Ecco perché è più facile ricordare il significato generico di una scena e non i suoi dettagli specifici.

Il processo è stato confermato da un secondo esperimento, in cui altre persone hanno memorizzato coppie di parole e immagini scollegate, e hanno poi dovuto rievocare, sentendo la parola, l’immagine associata, dicendo se fosse un oggetto vivente o non vivente. Nel processo di memorizzazione, l’EEG (elettroencefalografia: la registrazione dell’attività elettrica del cervello) ha evidenziato un picco di attivazione della corteccia visiva 100 millisecondi prima della codifica nella neocorteccia. Quando si è trattato di rievocare quanto appreso, è avvenuto il contrario: l’attività della neocorteccia ha registrato un picco 300 millisecondi prima del ricordo delle informazioni percettive.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.