Principale Arte, Cultura & Società “Picciotto” di New York per gustare panelle e arancine

“Picciotto” di New York per gustare panelle e arancine

di Liliana Rosano

NEW YORK – “Il vessillo della Trinacria sventola orgoglioso tra le strade di Manhattan. I colori e l’iconografia tipica dell’Isola fanno da scenografia al camioncino Made in Sicily più famoso di tutta New York. Si chiama “Picciotto New York City” ed è il food truck che Alessandro Ancona, pizzaiolo e chef di Castellamare del Golfo, ha inaugurato nel 2016 per le strade di New York, scegliendo, da Maggio ad Ottobre, due sedi strategiche a Midtown e Financial District. A rappresentare la tradizione dello street food siciliano nel menu del Picciotto non potevano mancare gli aneletti alla palermitana, pane e panelle, caponata, pizza, arancine e gli immancabili cannoli”. 
““Siamo nella città giusta dice Alessandro-quella dove la gente ama mangiare per strada, in metro, mentre cammina e lavora”.
Da quando Alessandro ha popolato le strade di New York, il successo non è tardato ad arrivare. Studenti, manager di Wall Street, americani, turisti da tutti il mondo, è vasta la clientela che ama il cibo di strada siciliano “Arancine, caponata e soprattutto le panelle, sono i piatti più apprezzati. Ci vuole tempo affinché imparino a conoscere gusti nuovi ma devo dire che il cibo di strada siciliano classico sta avendo molto successo tra gli americani, soprattutto per alcuni piatti come le panelle, oggi molto gettonate, o gli aneletti alla palermitana”.
E se New York è la città della sperimentazione e delle cucine multietnica, non sempre tutte le novità hanno successo. “Come il nostro pane con la meusa oppure le arancine al nero di seppia. Nonostante l’apertura e la curiosità del newyorchese, certe pietanze sono improponibili perché non incontrano il gusto e la cultura del cibo americano”.
Da Midtown a Dowtown, il food truck siculo si aggira nel traffico di New York, ambasciatore del gusto siciliano, quello tradizionale. Quando non è nelle strade di Manhattan, Alessandro nel fine settimana si riposa, gira in vespa o si dedica ai catering, anche questa una formula che il Picciotto ha sposato in pieno.
Un diploma da ragioniere e un inizio nella ristorazione da pizzaiolo, Alessandro Ancona lascia la sua Castellammare nel 1998 dopo una gavetta nelle cucine del suo paese e di Riccione.
Arriva a New York e comincia la dura gavetta americana che in cucina richiede molta velocità, fatica e ritmi insostenibili. Insieme a Giusto Priolo, titolare di Cacio e vino, Alessandro era socio del ristorante siciliano a New York e gestiva la pizzeria, prima di prendere la decisione di andare via per un progetto diverso. Così è nata l’idea del food truck siciliano. “Ragioni professionali e personali mi hanno portato a lasciare la ristorazione e la pizzeria. Ero molto stanco, nel frattempo la mia seconda figlia era nata e volevo dedicare più tempo alla mia famiglia. Era una fatica rimanere chiuso ore ed ore in una cucina, senza il contatto con l’esterno. Con il camioncino del Picciotto giro per le strade, sono a contatto con i miei clienti. Certo è sempre stancante ma è un’esperienza diversa”.
E Alessandro non solo serve e prepara ogni giorno i piatti della tradizione del cibo siciliana ma di quella tradizione si fa portavoce come ambasciatore del gusto.
“Chi prova per la volta queste specialità si appassiona dell’origine di questi piatti e inevitabilmente della storia siciliana. Chi non conosce la Sicilia, dopo aver assaggiato un’arancina, vuole subito visitarla. Chi la conosce, apprezza l’autenticità dei miei piatti. Mi piace raccontare la storia della nostra Isola attraverso il cibo”. 
Dopo parecchi anni trascorsi nella ristorazione, chiediamo ad Alessandro se investirebbe in un ristorante siciliano a New York che rappresenti il cibo di strada e la tradizione culinaria siciliana.
“New York è una città incredibile, ti dà molta energia ma è anche insostenibile per via dei suoi affitti cari. Gli affitti altissimi, la super competizione, costringono il ristoratore ad intervenire sul food cost alzando inevitabilmente i prezzi dei piatti. Con il cibo di strada e il Food truck aggiro il problema degli affitti altissimi e propongo dei prezzi competitivi lasciando intatta la qualità, che rimane altissima. Certo resta il fatto che Manhattan è una città costosissima. Escludo l’idea di un ristorante ma mi accarezza quella di un Picciotto corner, un angolo con il meglio del cibo di strada della Trinacria. Sto anche lavorando all’idea di preparare le mie arancine e venderle ai supermercati”.
Nella sua Sicilia torna ogni anno insieme alla moglie di origine siciliana ma cresciuta negli Stati Uniti e alle sue due figlie, Alessandra e Caterina. “È sempre una gioia ritornare nella mia Castellammare e vederla sempre bella e piena di gente in estate. Quello è il mare dove sono nato, quelle le strade dove sono cresciuto. Nostalgia forse ma non troppa. Quando mi manca la Sicilia, la racconto con un piatto ai miei clienti. Ed è subito gioia””.  

fonte La Repubblica

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