Principale Arte, Cultura & Società L’italia del centro/destra

L’italia del centro/destra

In Italia è complicato vivere. Lo riconosciamo. Questa, in definitiva, è la risultante di una situazione che continuerà. Che cosa accadrà nel Bel Paese? Tutti si sono resi conto che la “politica” dei partiti è ben differente da quella “economica” che dovrebbe ridare linfa al Paese. La legge elettorale “Rosatellum” non ha fatto prodigi. Con l’autunno, rivedere la situazione, nel suo complesso, rappresenta, quindi, la regola per tentare d’uscire da un ginepraio che ha spiazzato tutti.

 Solo i politici sembrano non risentire della risacca che ha dilavato anche i migliori proponimenti. L’Italia ha un sistema economico “libero” all’interno che, però, si presenta maggiormente esposto alla speculazione internazionale. Altra nota: si dovrebbe tutelare maggiormente la produttività con un criterio di più ampio mercato che, invece, è stato “limitato”. Che certe regole non siano rispettate si evince anche dal numero di simboli elettorali, vecchi e nuovi, che interferiscono nello scacchiere politico italiano. Anche se qualcuno sarà ricusato, sono sempre troppi. Almeno per un Paese dove vivere alla giornata, è sempre più difficile e far fronte ai propri impegni spesso impossibile.

 Oggi le imprese, piccole e medie, chiudono i battenti per mancanza di richiesta e per un mercato che non tiene conto delle esigenze di chi vorrebbe andare avanti. Non è lontano il giorno nel quale saranno le “grandi” imprese a essere coinvolte. Vivere d’espedienti resta una regola. Risparmiare è quasi impossibile. Fare delle previsioni nella Penisola rimane un problema anche per gli economisti più considerati.

 Per carità, non è nelle nostre corde fare della filosofia disfattista, solo non si dovrebbe dimenticare che l’Italia è parte di un’UE della quale ha accettato, nel bene e nel male, le regole. Il bilancio pubblico è sempre più “pesante” e le iniziative private, quelle che potrebbero offrire occupazione, sono intralciate da opercoli che fanno preferire non “rischiare”. Ora non resta che attendere le decisioni del nuovo Parlamento che dovrebbero essere operative entro l’autunno. Certo è che i “lacci” economici dovranno essere districati da questo Esecutivo di Centro/Destra sempre se avrà le capacità d’impegnarsi anche sotto il profilo socio/economico. La prima verifica, almeno per quanto ci compete, la faremo nel gennaio 2019.

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