Principale Arte, Cultura & Società Scienza & Tecnologia Quando smettere di fumare diventa difficile

Quando smettere di fumare diventa difficile

di Pasqualina Stani

Un meccanismo molecolare assai diffuso che predispone alla dipendenza da nicotina sembra anche responsabile dei comportamenti di “ricaduta” degli ex fumatori.

Chiudere con le sigaretteè difficile, e anche chi ci riesce finisce spesso per ricominciare dopo qualche mese. Uno studio potrebbe spiegare almeno in parte questi episodi di “ricaduta”. Una variante genetica già conosciuta per essere coinvolta nella sensibilità alla nicotina e nei meccanismi di dipendenza sembra favorire, nei topi, il comportamento di recidiva dopo alcuni mesi di cessazione. La nicotina, principale sostanza psicoattiva nelle sigarette, si lega ai recettori nicotinici nel cervello, attivando nuovi circuiti neuronali che favoriscono il rilascio di dopamina e di altri potenti neurotrasmettitori modulatori dell’umore. Una boccata dopo l’altra, i recettori nicotinici vengono saturati. La nicotina non è più in grado di attivarli, e la gratificazione ottenuta continuando a fumare si esaurisce. Tra una sigaretta e l’altra parte dei recettori torna attivabile e, complice il meccanismo di gratificazione di cui si è fatta esperienza, si cercano nuove dosi. Con il tempo, queste ripetizioni portano ad assuefazione. Il consumo individuale di tabacco è dunque strettamente collegato alla sensibilità dei recettori nicotinici, che si presentano in cinque sottoclassi.

Una piccola mutazione a carico di un gene,  il CHRNA5, codifica per una particolare sottoclasse di recettori nicotinici, è associata a un aumento significativo del rischio di dipendenza da nicotina. Questa variante è largamente diffusa. Dopo aver introdotto la mutazione nei ratti, gli scienziati hanno osservato che essa favoriva un maggiore consumo di nicotina e in dosi più massicce, e che predisponeva a comportamenti di ricaduta dopo periodi di cessazione. L’effetto di questa variante sugli episodi di ricaduta era associato a una riduzione dell’attività in un’area cerebrale – il nucleo interpeduncolare – dove si trova la maggiore concentrazione della classe di recettori nicotinici codificati dal CHRNA5. Ci sono farmaci in grado di attivare questi recettori, e di farlo al posto della nicotina, potrebbero aiutare a ridurre il consumo di tabacco e limitare il rischio di recidive.

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